domenica 10 novembre 2013

UN PO' DI MACRO ECONOMIA EUROPEA: semplice e spicciola !!!

Cerchiamo di capire un pò la situazione europea per renderci conto di come stanno veramente le cose.
Nella tabella sotto sono riportati tutti i debiti dei paesi europei evidenziando anche quelli della zona euro. Si nota chiaramente che la maggior parte nel 2013 hanno peggiorato la loro situazione rispetto al 2012 nel rapporto debito/pil.

 
 
Se consideriamo che, facendo la media, il debito pubblico in Europa è salito al 93,4% del Pil nell’eurozona e all’86,8% nell’Ue a 28 Paesi nel secondo trimestre, a fronte dei rispettivi 92,3% e 85,9% dei primi tre mesi del 2013 si evidenzia, quindi, come sembrerebbe impossibile arrivare al 60% del rapporto debito/pil secondo i parametri imposti dal fiscal compact. (60% rapporto debito/pil e 3% rapporto deficit/pil).
 
Il pil (prodotto interno lordo) è il valore totale dei beni e servizi prodotti in un Paese da parte di operatori economici residenti e non residenti nel corso di un anno, e destinati al consumo dell'acquirente finale, agli investimenti privati e pubblici, alle esportazioni nette (esportazioni totali meno importazioni totali). Non viene quindi conteggiata la produzione destinata ai consumi intermedi di beni e servizi consumati e trasformati nel processo produttivo per ottenere nuovi beni e servizi.
 
Rimanendo su questa definizione viene da se supporre che per rispettare i parametri o si riduce il debito utilizzando e destinando le somme delle entrate per ripagarlo, comportando minori investimenti dello Stato e conseguente minor circolazione della moneta, o si utilizzano le entrate per  fare maggiori investimenti aumentando i consumi e di conseguenza la produzione interna.
La seconda soluzione sembrerebbe quella ottimale ma non la più facile in quanto per ottenerla ci vorrebbe, comunque, più moneta da immettere in circolazione e/o rimodulare la spesa.
 
Per immettere più moneta non si possono aumentare le tasse in generale, altrimenti si otterrebbe l'effetto contrario (minor consumo), ma forse rimodulando la spesa (eliminando sprechi e privilegi) ed ribilanciando la tassazione (tassare di più chi ha di più e di meno chi ha di meno) si potrebbe ottenere quel di più necessario per rilanciare l'economia e quindi aumentare il PIL, ma forse questo ancora non basta.
 
Un altro fattore molto importante potrebbe essere quello di ridurre l'import ed aumentare l'esport.
Infatti un parametro fondamentale del pil e la bilancia di pagamenti tra export ed import quindi aumentanto l'export si aumenta il pil e di conseguenza i rapporti debito/pil e defict/pil diminuiscono (un pò quello che fa la Germania e in misura minore la Francia).
Ma se tutti i Stati membri dell'europa facessero così nessuno riuscirebbe ad aumentare l'export nel marcato interno europeo, si dovrebbero cercare altri mercati extra europei ma questi potrebbero fare altrettanto.
 
Da qui si deduce un fatto fondamentale, essendo il pil europeo al 86,8% e ben al di sopra del 60% ottimale, se uno Stato membro in Europa aumenta il suo pil tramite l'export (restando pari nel mercato interno) ci deve essere un altro Stato che lo riduce, per tornare alla stessa percentuale del 86.8%, a meno che l'Europa, nel suo complesso, esporti di più in altri mercati, diminuendo la suddetta percentuale, ma questo comporterebbe la diminuzione del pil dei mercati extra europei e conseguente aumento del rapporto debito/pil in quest'ultimi.
 
Sembrerebbe un cane che si morde la coda ma vediamo di capire quale potrebbe essere la strada giusta da seguire.
 
Se l'Europa ha un rapporto medio debito/pil all'86,8% è impossibile che tutti gli Stati membri raggiungano il 60% richiesto (il rapporto medio dovrebbe essere già pari al 60%) quindi se qualcuno lo raggiungesse ci deve essere, obbligatoriamente, un altro al 110/120% per stare nella media. Per stare tutti al 60% anche l'europa deve avere un rapporto medio al 60% quindi per raggiungerlo deve aumentare le esportazioni a danno di altri mercati che si vedranno diminuito il pil.
Forse, però, per questi altri mercati non è un problema se il PIL diminuisce perchè hanno la moneta sovrana e quindi, se ne avranno bisogno, stamperanno facendo inflazione e svalutando la moneta che gli consentirà di riacquistare maggiore competititività per i loro beni prodotti nel mercato mondiale,  riaumentando il loro export a danno dell'Europa.
 
Allora, come si è visto, è perfettamente inutile fare una battaglia interna all'Europa tra i vari Stati membri, se non si risolve il problema con gli altri mercati, quindi bisogna capire bene come l'Europa reagirà e maggiormente come intende rapportarsi con tutti gli Stati membri per fare una politica unica  per dirimere tutte le controversi e contradizioni tra i vari popoli che la compongono.
 
Quindi l'Europa dovrebbe prima riequilibrarsi nei confronti degl'altri mercati, anche svalutando un pò l'euro immettendo moneta sul mercato (ma non nelle banche) e poi adottare una politica unica per cercare di equilibrare il suo mercato interno investendo dove serve di più (come dovrebbe fare l'Italia con il suo meridione) adottando le giuste e buone regole per la crescita, dove più serve chiaramente, non per la recessione.
 
Se non si riesce a capire questo, se non si riesce a fare una vera politica europea unica sul sociale, sull'economia, sul fisco ect non si risolveranno mai i problemi dei singoli Stati membri dell'Europa, ci sarà sempre uno che prevarrà sull'altro. Allora si dovrà valutare se conviene uscire dall'euro o rimamerci. In sostanza o l'Europa cambia rotta o l'uscita dei Paesi dall'euro zona è inevitabbile.
 
Alla luce di tutto questo l'Italia, ma anche tutti gli altri Stati membri, devono capire cosa intendono fare. Il problema va risolto a livello europeo adottando le giuste politiche, altrimenti i sacrifici dei singoli Stati sono perfettamente inutili.
 
Si spera che quanto sopra espresso possa indurre a far riflettere sulle azioni da intraprendere sia in Italia sia a livello europeo.
 
Enea Giancaterino - attivista m5s
 


martedì 5 novembre 2013

EUROPA ed EURO: situazione catastrofica !!!!

Lunedì 4 ottobre si è svolto un convegno nella Nuova Aula dei Grippi della Camera organizzato dal M5S con la presenza di diversi economisti pro e contro l'Euro e l'Europa. Il convegno è stato organzzato per capire come stanno effettivamente le cose e per iniziare a formare un programma politico ed una linea da seguire in vista delle imminenti elezioni europee a maggio 2014. Questo è il link del video completo: http://webtv.camera.it/evento/4237 
Quello che ne è uscito fuori, infine, assevera che questa Europa così comè concepita non va, Euro o no Euro. Il problema principale è la mancanza di coesione tra gli Stati membri, la mancanza di una politica comune sul fisco, sul sociale, sullo sviluppo ect.
 
Si è evidenziato che arrivare ad una politica comune sia quasi impossibile perchè ci sono culture e modelli di vita diversi tra i popoli, ci vorranno diversi anni per uniformare il tutto ed il tempo non c'è.
 
Si è evidenziato, anche, come ci sia un certo egoismo tra i diversi popoli, avvalorato da comparazioni storiche su quanto avvenuto negli Stati Uniti d'America, per cui sperare che un popolo, come i tedeschi per esempio, sia disposto ad accettare che le loro risorse vengano utilizzare per aiutare un altro popolo, come i greci o gli italiani, sia alquanto irrazionale. Inoltre agire con determinazione, battendo i pugni sul tavolo per ottenere diverse condizioni più agevolate, minacciando la fuori uscita dall'euro, che sicuramente creerà un danno a quei paesi oggi considerati economicamente forti, potrebbe sviluppare ancor di più odi e contrasti tra i popoli peggiorando la situazione sia dal punto di vista dei rappoti economici che sociali nonchè di collaborazione.
 
E' uno scenario non del tutto roseo, anzi si potrebbe dire sconcertante, ma quello che non è emerso è che ci potrebbero essere altri attori nella situazione europea che non si evidenziano, che rimangono dietro le quinte e manovrano i Governi.
 
Infatti, dallo scenario attuale, pare evidente che i Governi europei siano come dei burattini manovrati da qualche altra entità esterna, ma molto influente, che deternima gli avvenimenti.
Il proverbio dice dividi et impera quindi mantenere questa situazione di attrito fra i popoli giova sicuramente a qualcun'altro che rimane nascosto, per ora.
 
Il sospetto forte nasce dall'istituzione del MES (comunemente, e forse faziosamente, rinominato fondo salva Stati) dove i Governi degli Stati aderenti si privano delle loro disponibilità economiche, anche con notevoli sacrifici, per istituire un fondo che in qualche modo viene gestito dai Governi nazionali ma di cui i componenti sempre più spesso sembrano scelti in modo non del tutto  democratico, in cui la BCE e il FMI hanno un ruolo importante, anche se non sembra. Questi personaggi, come i dipendenti ed i beni del MES sono immuni da qualsiasi giurisdizione nazionale degli Stati membri aderenti.
 
Viene da se che uno Stato aderente al MES (quindi che ha contribuito finanziariamente alla costituzione) dovesse chiedere un aiuto economico (quindi utilizzare il fondo salva Stati) dovrà, oltre che restituire il finanziamento alle condizioni dettate dal MES a prescindere delle situazioni economiche del momento,  accettare di mettere, anche, a garanzia dei pezzi di Stato (beni mobili ed immobili) che in caso di non rispetto delle condizioni potranno essere pignorati.
Sembrerebbe niente di preoccupante, se uno Stato viene privato di un bene immobile (fabbricato, terreno, azienda ect.) facciano pure, ma poi saranno i nuovi proprietari ad sobbarcarsi delle tasse relative ai beni pignorati per cui lo Stato, a distanza di alcuni anni, potrebbe ripagarsi il bene stesso pignorato.
Purtroppo le cose non stanno cosi, i beni pignorati ad uno Stato insolvente diverranno immuni da qualsiasi giurisdizione quindi non possono essere sequestrati, pignorati, soggetti a tassazione e quant'altro ad opera dello Stato da cui provengono e di qualsiasi altro Stato aderente al MES.
 
Si tratta quindi di una vera e propria conquista territoriale, come accade con le guerre, solamente che questa è una guerra fatta senza armi belliche, ma solamente finaziarie.
Immaginiamo la Grecia che usufruisce del fondo salva Stati, sicuramente nella situazione di recesso in cui si trova non potrà ripagarlo, e quindi a seguito dell'insolvenza gli vengono pignorate le sue isole famose in tutto il mondo per storicità e bellezza. Queste isole divverranno delle zone franche dove la Grecia non avrà più nessun potere, quindi il suo territorio verrà ridimensionato e di fatto si sarà costituito un altro Stato di cui la proprietà, sia immobliare che umana (abitanti residenti) saranno soggetti a nuovi Governi o Padroni.
Immaginiamo che la stessa sorte potrebbero subire il Portogallo, la Spagna, l'Italia ect. il quadro che ne verrebbe fuori sarebbe apocalittico. Si inizia dai Paesi più in crisi, chiaramente, ma poi verranno coinvolti anche quelli più forti, come la Germania, che dovrà sottostare al volere di questi nuovi Stati, non più sovrani ma padronali, in quanto la sua economia inizierà ad entrare in crisi, a causa della diminuzione delle esportazioni (oggi aspetto fondamentale per l'economia tedesca).
 
Può sembrare eccessiva questa analisi catastrofica, inverosimile, ma ci sono molti elementi che inducono a pensare il contrario come altri elementi portano a credere che ci sia una certa manipolazione, anche attraverso i media, per mantenre alti gli attriti tra i popoli, le rivalità e le divergenze, altrimenti il "progetto conquistatore" potrebbe arenarsi.
 
Tornando a l'Euro e l'Europa è un bel problema, se si discutesse "dentro o fuori" questi attriti e divergenze tra i popoli si alimenteranno, viceversa se si rimanesse comunque dentro convincere gli altri Stati (i più forti economicamente) nella necessità di convergere su tematiche comuni ed aiutare i più deboli, adottando politiche sociali, economiche, fiscali condivise sembra quasi impossibile o perlomeno ci vorrebbero diversi anni che attualmente non ci possiamo permettere.
 
Sembra quasi che ci sia un destino segnato, non ci sia soluzione, ma forse se si riuscisse a coinvolgere di più i cittadini, a far capire loro cosa sia più giusto ed a responsabilizzarli sulle scelte, forse una speranza c'è, altrimenti andremo, man mano, verso più una dittatura mondiale con le conseguenze che si possono immaginare.
 
Enea Giancaterino - Attivista m5s
 
 

domenica 27 ottobre 2013

LEGGE DI STABILITA': a favore delle Banche !!!!

La legge di stabilità è stata approvata dal Consiglio dei Ministri ed ora verrà discussa in Parlamento.
Già da subito è stata contestata dai sindacati e dalle associazioni degli industriali, commercianti ed imprese in quannto tanto stabile non sembra, piuttosto sembra che la bilancia pende a favore delle Banche, ma su questo non avevamo dubbi, non ci eravamo illusi che potesse andare a favore dei cittadini e delle imprese per il rilancio dell'economia.

I cittadini ancora una volta vengono beffati, presi in giro, illusi dai politici che predicano bene ma razzolano male.
Cerchiamo di spiegare in poche parole cosa accadrà per far capire a tutti a cosa andiamo incontro.

Le novità più pubblicizzate sono l'eliminazione dell'IMU prima casa e della TARES con l'introduzione della TRISE, nuova tassazione sulla casa divisa in due tasse principali, la TARI e la TASI.

La TARI (tassa o tariffa sui rifiuti) in sostanza sostituisce la TARSU ma aumentando la tassazione anche in modo sostanzioso, calcolata sui mq di abitazione, anche se è stato approvato, recentemente, una mozione del m5s in cui si chiede la tassazione commisurata sull'effettiva produzione di rifiuto con il principio più inquino e più pago, ma attendiamo il Governo su come intende agire su una nuova rideterminazione della tassa stessa.

La novità assoluta, invece, è la TASI (tassa sui servizi indivisibili) che colpisce indistintamente tutte le proprietà immobiliari, compresa la prima casa a cui è stata tolta l'IMU. In sostanza per le seconde case, e per immobili a destinazione diversa, l'IMU rimane ma in più si aggiunge la TASI quindi per queste categorie ci sono più tasse. Per le prime case non c'è più l'IMU, che in molti casi o non si pagava comunque o si pagava in modo ridotto, per effetto delle detrazioni fisse e quelle per i figli a carico, ma viene rintrodotta la tassazione IRPEF sulla stessa (prima con l'imu era esclusa). La TASI viene calcolata sempre sulla superficie immobiliare (come l'IMU), ma le detrazioni non ci sono più ed anche se la tassazione è più bassa, dall'1 al 2,5 per mille, per effetto della mancanza di detrazioni e della reintroduzione tassazione IRPEF, potenzialmente si andrà a pagare di più, oppure coloro che prima pagavano poco o nulla adesso pageranno di più. L'assurdo è che proprietari con una prima casa molto grande e di elevato valore, che malgrado le detrazioni IMU avrebbero pagato comunque molto (vedi casa On. Brunetta per esempio), per effetto dell'aliquota più bassa della TASI pagheranno di meno. In sostanza chi più ha capacità contribubita, in proporzione, paga di meno di chi non ne ha affatto, in pieno contrasto con il principio costituzionale dell'art. 53 della nosta costituzione.

Passando al rilancio dell'economia ed alle agevolazioni alle imprese il Governo impegna poco più di 5 milardi in 3 anni per ridurre il cuneo fiscale, circa € 14 in più (fittizzi) sula busta paga dei dipendenti, ed alcune agevolazioni fiscali alle imprese comprese quelle per le nuove assunzioni a tempo indeterminato che se non aumenta la domanda sul mercato poca interessa alle imprese. L'aumento degli stipendi, per effetto della riduzione del cuneo fiscale, sembrerebbe quasi annullato da minori detrazioni in busta a partire dal 2014 e negli anni a seguire, con eventuale ulteriori diminuzioni sulle detrazioni, se necessarie.

In sostanza queste agevolazioni, benchè minime, ci sono ma sembrerebbero compensate dal maggior gettito fiscale che potrebbe derivare dalle nuove tassazioni sulla casa (quindi sempre a carico dei cittadini) che, benchè riscosse dagli Enti Locali, comporteranno comunque minor trasferimenti statali verso gli Enti stessi.

Fin qui sembrerebbe tutto bilanciato, anche se (come al solito) i cittadini meno abbienti pagheranno di più in proporzione, ma allora dove sta la vera legge di Stabilità, le riforme, il rilancio .... vediamolo di seguito.

Tra le altre misure c'è una agevolazione per le Banche, assicurazioni ed altri istituti finanziari pari a circa 17,2 milardi determinata da crediti delle stesse che verranno compensati in 5 anni, a partire dal 2013, anzichè in 10 come è attualmente. Questo comporterà un minor gettito fiscale per lo Stato che dovrà essere compensato con la spending rewiev ma, se non ci si dovesse riuscire, in alternativa (norma di salvaguardia) la legge di Stabilità prevede l'aumento di accise sulla benzina, tabacchi ect. ed anche aumenti sulle marche da bollo.
La misura viene adottata, a detta del Governo, per agevolare l'Istituti di credito in crisi affinchè possano concedere più facilmente finanziamenti alle imprese e contribuire al rilancio dell'economia. Si crede, invece, che questa misura serva a coprire la perdita dello Stato sui derivati sottoscritti dal Tesoro, anni addietro, a favore di Banche che, non potendo riscuoterli per mancanza di fondi dello Stato,  verranno compensati con un loro minor gettito fiscale a sfavore dello Stato stesso.

In sostanza, facendo un sunto della situazione, questa Legge di stabilità prevede interventi di rilancio dell'economia, rimodulando il gettito fiscale e la ridistribuzione tra i cittadini ed imprese svantaggiando i meno abbienti, e delle coperture o agevolazioni bancarie con tagli della spesa pubblica che se impossibili (quasi certo che lo saranno) il carico ricadrà sui stessi cittadini ed imprese.

Credo che questa analisi, spero giusta ed esaustiva, possa servire a comprendere meglio la nostra Legge di Stabilità che si sta discutento ed approvando e possa essere utile per capire come si stia imbrogliando i cittadini che si spera, questa volta, si facciano sentire.

Enea Giancaterino - attivista m5s

domenica 20 ottobre 2013

LA PANCIA DELLA GENTE !!!!

Molti cittadini sono esasperati, non sanno più come fare per tirare a campare, altri, un pò più fortunati, riescono ancora ad andare avanti ma stanno molto attenti alla spesa, hanno paura che arriveranno tempi ancora più duri e si preparano, nessuno ha più fiducia nella classe politica e di tutte le fandonie che dicono, un pò alla "Cetto La Qualunque", illudono con le frasi più assurde, con le soluzioni più astruse, ma i più bisognosi ed i più disperati sono portati a crederci perchè non hanno più speranze ed anche se scettiti, ancora una volta, sono quasi costretti a dare fiducia come se non ci fosse un'altra soluzione.

E' il metodo a "La Qualunque" il metodo che mira alla "pancia della gente", promesse su promesse e la gente ci crede, è costretta a crederci, non c'è alternativa, ma sempre, o troppo spesso, le promesse sono disattese od eluse.

I politici attuali, di professione, negano sempre, la colpa è sempre di qualcun'altro ed il "Cetto La Qualunque " di turno cade sempre in piedi, pronto a raccontare altre fandonie, altre favole, ed a mettere in campo le sue false ricette facendole passare per buone.

In mezzo a tutto ciò c'è il M5S, la nuova forza politica fatta dai cittadini (non tutti purtroppo) che vigilano su tutto questo, sono la vera ed unica opposizione, e denunciano tutte le malefatte ed imbrogli degli altri.
Purtroppo non riescono molto ad essere ascoltati, un pò perchè i media travisano sempre le notizie, facendo passare qualcosa di diverso o non facendo passare proprio nulla, se non in linea con il volere dei loro padroni, ed un pò perchè la gente non vuole sentire solo denuncie, polemiche, ideologie varie, benchè sia tutto giusto e condivisibile, adesso ascolta, purtroppo, molto di più la sua PANCIA !!!!

Infatti e giusto e corretto denuciare i ladrocini e truffe, lo spreco del denaro pubblico, i favoritismi verso i poteri forti, il degrado della della cultura, dei servizi e delle iniziative sociali, è tutto condivisibile ma non basta, bisogna dare delle soluzioni nette e concrete a risolvere i problemi reali dei cittadini, bisogna mirare maggiormente, anche se può sembrare retorica, alla "Pancia della Gente".

Il m5s, se vuole trovare veramente la soluzione di tutti i mali del nostro Bel Paese, potrebbe essere l'unica speranza per uscire fuori dalla crisi e per continuare a credere in un futuro, che tutto non è perduto e che possiamo ancora risollevarci.
DEVE iniziare a dare un messaggio bello chiaro ed inconfutabile su una possibile soluzione per il Paese.

Per cui DOVREBBE:
- Trovare una soluzione chiara e precisa come rilanciare l'economia ed il lavoro spiegando con concetti semplici e brevi COME e DOVE andrà a reperire i fondi o, in alternativa, un progetto che non ha bisogno di speciali fondi ma si avvale solamente di un riequilibrio e riordino delle spese.
- Trovare delle soluzioni per ridurre i costi alle imprese in modo che riescano a crescere ed a svilupparsi nonchè ad essere più competitive nei confronti delle omonime in altri paesi della comunità europea o internazionale.
- Trovare delle soluzioni per il problema delle pensioni minime e per gli esodati, trovando un sistema, costizionalmente valido, di riordino e riequilibrio con le pensioni d'oro e con i maxi stipendi dei manager pubblici nonché di quelli privati.
- Trovare soluzioni concrete per risolvere l'evasione fiscale, specialmente quella delle grandi aziende, che insieme all'elusione ed all'esportazione di capitali in nero all'estero, nei paradisi fiscali, sono il dramma del Paese

Bisogna che il M5S torni a risentire i cittadini, ultimamente in questo li ha un pò abbandonati, per farsi dire cosa veramente serve a loro, cosa vogliono, e qual'è la loro priorità che, anche se notevolmente giusto e condivisibile, non è la difesa della costituzione, la legge elettorale, l'imigrazione, la decadenza di Berlusconi, la fiducia al Governo e tante altre cose importanti ma che attualmente sono secondarie.

Per fare questo bisogna mettere in atto subito la democrazia partecipativa, di cui il m5s ne ha fatto il suo principale cavallo di battaglia, che finora non è stata ancora applicata per la mancanza, o la scusante, di una fantomatica piattaforma decisionale.

Iniziamo a farla con i mezzi che già abbiamo, credo siano più che sifficienti.
VOLERE E' POTERE !!!!!

Enea Giancaterino - attivista m5s





martedì 8 ottobre 2013

La rivoluzione culturale e politica del M5S

Partiamo dal concetto che il Movimento 5 Stelle è un'associazione, in senso lato, di liberi cittadini e che per aderirvi basta essere maggiorenni e non iscritti o simpatizzanti in alcun partito politico o movimento vicino a partito politico.
L'iscrizione, che dimostra l'appartenenza ideoligica, si effettua sul blog nazionale del movimento che è l'unica piattaforma web ufficiale riconosciuta mentre le altre, compreso il più conosciuto meetup, sono quelle maggiormente utilizzate per rapportarsi ed interagire tra gli iscritti nei vari gruppi locali e non ha importanza quale sia, l'importante che sia accettata da tutti.
L'iscrizione comporta, poi, l'accettazione delle regole del non statuto che devono applicarsi a tutte le attività del m5s in ambito locale e nazionale.
 
Nell'organizzazione territoriale si possono stabilire altre regole minori in linea con quelle generali del non statuto e, chiaramente, non derogative. Nella gerarchie delle regole quella principale non può essere derogata a meno che non sia accettata all'unanimità da tutti coloro a cui deve essere applicata. Altre regole minori più restrittive di quella principale, messe in atto per ottenere gli stessi effetti ma con più garanzie, possono applicarsi se adottate a maggioranza degli iscritti a cui servono.
 
Un principio importante è quello del "uno vale uno" nel senso che non ci sono vertici, capi o capetti ma le decisioni devono essere sempre prese dalla maggioranza degli iscritti nel territorio di riferimento e nel rispetto dei principi e valori del m5s in generale (vedi non-statuto).
 
Nulla vieta, però, che si possano nominare dei portavoce (delegati, eletti ect.) per rappresentare, nelle varie istituzioni o ambiti sociali, idee e progetti condivisi. Inoltre chiunque può esprimere liberamente le proprie idee in sintonia con quelle del m5s o quelli che sono, secondo lui, i principi e gli obiettivi del movimento, ma sempre parlandone a titolo personale. 
Nessun iscritto può parlare a nome del m5s, su iniziative e progetti, se non prima di averli discussi e condivisi con la base di riferimento e non sia stato preventivamente autorizzato dalla stessa; significherebbe addossarsi impropriamente un titolo non attribuito.
Infatti proprio per questo motivo il portavoce, o simile, non è un vertice del m5s perchè non ha nessuna facoltà di agire o decidere autonomamente se non nei limiti stabiliti dalla propria base di riferimento, appunto per questo si definisce solo un porta-voce.
Un pò diverso è per il portavoce eletto che può agire direttamente all'interno delle istituzioni in rappresentanza del M5S nel pieno rispetto del programma e degli obiettivi condivisi, interpellando la base all'occorenza e quando si presentassero problematiche diverse e non trattate o discusse precedentemente.
In alcune occasioni quest'ultimi dovrebbero interpellare anche una base più ampia, quella di tutti i cittadini, per raccogliere, condividere e perseguire le loro esigenze indistintamente se attivisiti simpatizzanti o meno, seguendo quelli che sono altri principi fondamentali del M5S e precisamente la partecipazione collettiva e la sovranità dei cittadini stessi.
E' un pò difficile abituarsi a ciò ma questa è la rivoluzione culturale e politica che il M5S vuole portare avanti a tutti i livelli.
 
Se qualcuno degli attivisti o portavoce agisce fuori da questi principi viene screditato dalla base e, se persiste nel suo controverso comportamento, potrebbe essere emarginato dalla stessa ma nessuno ha il diritto di espellerlo o evitargli di svolgere attivismo. L'unico titolato a diffidare dall'uso del nome e simbolo del m5s, avendone i diritti, o ad espellere dal movimento, per gravi motivi o per perdita dei requisiti, è Beppe Grillo o lo staff del  M5S, se autorizzato dallo stesso. Un semplice iscritto e attivista non può far altro, se riscontra grave violazioni alle regole a danno del m5s, segnalare allo staff l'accaduto che deciderà di conseguenza.
 
Oggi si tende un pò a dimenticare tutto questo, qualcuno all'interno manifesta mania di protagonismo ed altri tendono ad affiancarsi a questi personaggi per trarne qualche beneficio personale futuro. Chi agisce così, credo, non abbia ancora capito cos'è il M5S e per questo ogni tanto gli va ricordato.
Questa chiaramente è una interpretazione individuale del m5s ma si spera sia quella giusta, in caso contrario si continua a sperare !!!!
 
Enea giancaterino - attivista m5s
 

mercoledì 2 ottobre 2013

GOVERNO NON CADE: ma è sempre una FARSA !!!

Non mi ero poi sbagliato di molto, tutta questa giostra e comunque stata una farsa !!!!

Berlusconi ha tenuto per giorni tutta l'italia con il fiato sospeso ... tra chi era preoccupato e chi era contento della caduta del Governo Letta ad opera sua.

Alla fine si è dimostrata tutta una farsa che comunque gli è servita per far parlare di se mettendo, nel bene o nel male, al centro dell'attenzione mediatica nazionale, ed internazionale, il suo schieramento politico.
Altro fatto non trascurabile è che ha sancito una distinzione netta tra il PDL e la rinata FORZA ITALIA, anche se entrambe rimarranno sempre in una coalizione di centro destra.

Infattti non si è mai parlato, in questi ultimi giorni, di sostituzione di nome e simbolo del PDL ma solamente della rinascita di Forza Italia. Questo è importante perchè rimamendo entrambi in gioco, i due partiti, potrebbero aumentare i loro voti, o perlomeno recuperare quelli persi.
Infatti il primo (Pdl) rimarrà in un'area più moderata senza Berlusconi, capace di raccogliere i centristi sparsi ovunque ed in gran parte confluiti con Monti (che molto probabilmente nella prossima tornata elettorale non parteciparà), ed il secondo (Forza Italia) si posizionerà in un'area più estrema, anche se non proprio di estrema destra, con Berlusconi (sicuramente la figlia Barbara) mantenedo e ravvicimando i nostalgici, fedelissimi e più accaniti oppositori della sinistra.

Bisogna ammetterlo, anche se a malincuore, che Berlusconi ha giocato bene le ultime sue carte dimostrando di avere ancora del potere ed un certo senso (finto) di responsabilità accogliendo, anche se in estremis (non so se voluto o costretto) le vane promesse fatte da Letta sapendo già che non potrà rispettarle, ma questo non interessa l'importante che gli italiani ABBOCCHINO !!!!

Ma il M5S nel frattempo che fa ...... rimane a guardare? Spero proprio di no. Spero che oltre a sbraitare ed incazzarsi (per inteso non intendo dire che sbaglia) inizi a studiare una strategia politica vera e costruttiva, ma maggiormente che inizi a far partecipare i cattidini, o almeno gli iscritti/attivisti, alle decisioni più importanti, non solamente sulle espulsioni dei Parlamentari. Ricordo che l'obiettivo principale del M5S era, ed è ancora, LA PARTECIPAZIONE della base in primis e dei cittadini dopo, poi viene quello di mandarli TUTTI a CASA, che credo sia comunque una conseguenza.

Credo che questi mesi siano stati sufficienti per capire come agire all'interno delle istituzioni, ma adesso non dobbiamo più sbagliare perchè continuo a credere che solo NOI siamo la speranza, però dobbiamo farlo capire a tutti, ma maggiormente coinvolgendo tutti, mantenedo sempre una certa lealtà, correttezza ed onestà.

Enea Giancaterino - attivista m5s

domenica 29 settembre 2013

IL GOVERNO LETTA CADE: una farsa, è tutto concordato !!!




Che il Governo doveva cadere era nell'aria ma non perchè il PD ed il PDL non hanno trovato l'accordo sull'IVA e sull'IMU, o perchè il PD non vuole cedere sulla decadenza di Berlusconi, i motivi sono altri.

Si sono accordi che i conti non stanno in ordine e non sanno cosa fare per sistemarli, dicono che il rapporto deficit/pil ha sforato di uno 0,1%, ma la commissione europea dice che è uno 0,2% (stiamo parlando di 2-3 miliardi). Inoltre pare che non ci siano i soldi per rifinanziare la cassa integrazione in deroga, per non aumentare l'IVA, per eliminare la seconda rata dell'IMU e per ridurre il cuneo fiscale al fine di rilanciare il lavoro e l'economia.

Non potevano dire tutto ciò ed allora si sono inventati questa FARSA per non perdere ulteriore consenso tra i loro elettori.

Infatti il PD accusa il PDL che tutta la loro azione nel Governo è finalizzata alla decadenza di Berlusconi e lo hanno paralizzato perchè il PD vuole votarla a favore. Così il PD salva la faccia verso i propri elettori, dimostrando loro, ancora una volta ingannandoli, che combattono ancora e sempre contro il loro nemico (falso) numero uno.
Il PDL accusa il PD che vogliono aumentare le tasse, come al solito perchè solo così sanno risolvere i problemi, e che loro, paladini (falsi) degli interessi dei cittadini, non lo possono permettere. Per questo motivo, allora, fanno cadere il Governo Letta.

In questo modo entrambi hanno dei buoni motivi (falsi) per affrontare la campagna elettorale e convincere ancora una volta i propri elettori a votarli.

Il Governo afferma che non ha presentato il decreto IVA (già prondo a loro dire) perchè inutile in quanto sarebbe poi decaduto in Parlamento non essendoci più una maggioranza che l'approva. Anche questo è falso in quanto altre forze politiche, come il m5s, potrebbero votarlo e farlo approvare, se ritenuto giusto per i cittadini. Sulle buone iniziative la maggioranza si trova, anche senza il PDL, ma evidentemente il problema era un altro e che a noi, comuni cittadini, non ci vogliono far sapere.

Spero che i cittadini aprano gli occhi, ma sta anche a noi del M5S informarli bene !!!

Enea Giancaterino - attivista M5S


venerdì 27 settembre 2013

SE L'ITALIA TORNASSE ALLA LIRA SI ESTINGUEREBBE IL DEBITO?

Non sono un economista, ma mi piace informarmi e fare dei ragionamenti, ed allora mi sono chiesto "ma se l'Italia tornasse alla Lira riuscirebbe ad estinguere il debito?". IO CREDO DI SI !!!!

Vediamo come.
Innanzitutto ricordiamo cos'è la moneta, cioè un mezzo per scambiare beni a cui noi gli attribuiamo un valore fittizio, non reale, ma che tutti accettiamo.
La moneta quando viene creata non ha nessun valore finchè non viene messa sul mercato ed utilizzata, però per chi l'ha prodotta non gli è costata nulla, al massimo il prezzo della stampa (teniamolo in mente per dopo).
Quando l'Italia è passata dalla Lira all'Euro ha ritirato tutta la sua vecchia valuta, non più valida, per cambiarla in Euro, nuova valuta corrente. Quindi non si è fatto altro che accettare una nuova valuta al posto di un'altra che chiaramente, non essendo più valuta corrente, è stata distrutta.

Fare l'inverso, cioè tornare alla lira, si dovrà fare la stessa cosa ma con l'unica differenza che l'altra valuta non viene estinta, rimane per noi come valuta estera.

Lo Stato italiano, chiaramente, rimarrà sempre debitore verso l'euro perchè dovrà restituire tutto il debito che ha con l'estero in Euro che ad oggi sembrerebbe essere circa il 40% del totale, (di € 2080 circa) pari a 2080*40/100 =  € 816 miliardi, più o meno quanto lo Stato incassa in un anno dall'erario. Chiaramente rimarrà sempre debitore anche con i cittadini italiani che detengono sempre il restante 60% del debito ma che potrebbe riconvertirlo e scambiarlo sempre con la nuova valuta in lire.
I cittadini potrebbero ancora rimanere con gli euri depositati in banca, cambiando i loro C/C in valuta estera, e quando necessitano scambiarli con la nuova valuta.
Lo stesso possono fare le imprese ed all'occorrenza utilizzarli anche per pagare le importazioni.
A questo punto lo Stato si troverebbe ancora della valuta estera da convertire che potrebbe utilizzare per scambi con l'estero e per mantenere in equilibrio la bilancia dei pagamenti import/export evitando una eccessiva svalutazione della nuova Lira sui cambi internazionali.

Non credo che ci sia l'obbligo, da parte dello Stato italiano, di distruggere la moneta che ritira in quanto questa è ancora valida ed anche perche non farà altro che ripristinare una vecchia valuta, precedentemente distrutta, e sostituita dall'Euro fornito dalla BCE, riconsegnando al produttore (BCE) quello che gli ha dato allora in cambio della distruzione delle vecchie lire. Sarà quest'ultima a decidere cosa fare della moneta restituita ma per noi, avento restituito l'euro, si estinguerà il debito.

Per gli italiani non credo che cambi molto. Potranno mantenere l'euro fino a quando vogliono, i nuovi stipendi gli saranno pagati in Lire e manterranno lo stesso potere di acquisto in Italia, mentre all'estero il potere potrebbe cambiare.

In ogni caso l'Italia avrà estinto il suo debito in Euro verso istituzioni ed investitori esteri mantenedo un debito interno in Lire maggiormente verso cittadini italiani, ma questo non è più un problema quando lo Stato può emettere moneta, anche se la sua emissione deve essere sempre controllata e ben valutata per evitare eccessiva svalutazione. Un buon metodo, per non esaggerare con la svalutazione, potrebbe essere quello di legare la stampa della moneta circolante alla quantità numerica della popolazione presente sul territorio, stabilendo una quota procapite congrua per ogni cittadino.
Credo che da questa situazione l'Italia abbia tutto da guadagnarci mentre la Germania, ed altre economie forti della zona Euro, da rimetterci in quanto avranno maggiori difficoltà a piazzare i loro prodotti e beni sul nostro mercato. Infatti il mercato europeo è strutturato in modo che se uno Stato conquista quote di mercato un altro le perde. Ecco perchè ci sono Stati membri forti ed altri cosiddetti "pigs".

Consapevoli di tutto questo l'Italia veramente potrebbe battere i pugni in Europa anche perchè il mercato italiano e tra i più numerosi e facoltosi come consumatori. Ed allora potrebbe costringere l'Europa a rivedere e/o mettere in atto tutto quello che i trattati prevedevano fin dall'inizio per sviluppare il lavoro, l'economia, il benessere dei cittadini europei garantendo tutelando i diritti sociali e l'ambiente, dove il debito di uno Stato membro non dovrebbe essere più del singolo ma di tutta l'Europa intera in modo che gli Stati membri economicamente più forti contribuiscano a risolvere i problemi di quelli più deboli in quanto ne sono indirettamente la causa.

Allora o si fà la vera Europa o si torna ognuno con il proprio Stato sovrano, non si può attendere oltre, i giochi sono finiti i cittadini hanno bisogno adesso di soluzioni ....

NON SI PUO' PIU' ASPETTARE I CITTADINI SONO ESASPERATI !!!

Enea Giancaterino - attivista M5S

IL GOVERNO SBAGLIA: o riduce le spese o aumenta le tasse.

Et voilà: come volevasi dimostrare. La Corte dei conti ha svelato l'inganno sull'IMU, anche se non ha ancora tolto il velo in modo completo. E i magistrati contabili danno ragione alla denuncia del MoVimento 5 Stelle nei confronti del presidente della Repubblica. Napolitano, lo abbiamo detto più volte, ha firmato infatti un decreto Imu che ha coperture a dir poco ballerine, per non dire inesistenti. Dunque viola il principio del pareggio di bilancio contenuto nell'articolo 81 della Costituzione. Ora i nodi vengono al pettine e le responsabilità del capo dello Stato sono evidenti: ha firmato un provvedimento incostituzionale.
E perché non c'è copertura certa? L'azzardo sui giochi d'azzardo tentato dal governo sta facendo saltare il banco. Le aziende coinvolte non si sognano di pagare la multa (pur estremamente ridotta) e ricorrono in tribunale, mentre il gioco delle tre carte dei saltimbanchi Letta e Saccomanni è ormai chiaro agli occhi dei cittadini e a quelli, molto severi, della Corte dei conti che si è dichiarata addirittura imbarazzata per gli interventi del Governo su questo contenzioso tra un grado e l'altro di giudizio.
Seconda copertura scoperta: l'extragettito Iva per quasi un miliardo derivante da una nuova tranche di saldo dei debiti della Pa alle imprese . Quasi sicuramente il governo dovrà ricorrere alle clausole di salvaguardia e all'aumento di acconti (anch'esso "bacchettato" dalla Corte dei conti) e accise, per esempio sulla benzina. Il risultato? Tasse abolite per finta e tasse aumentate per davvero. Preparatevi a pagare l'IMU... e anche l'aumento dell'IVA.

Proviamo a capire il perchè.
Prendiamo, innanzitutto, alcuni dati che ci servono per spiegare e cioè (arrotondati per semplificare):
- il nostro debito è di circa € 2000 miliardi;
- il nostro PIL è di circa € 1500 miliardi;
- le entrate dello stato in un anno sono di circa € 800 miliardi.

Teniamo presente che per questioni di bilancio non possiamo superare un deficit (differenza tra le entrate e le spese) maggiore del 3% del PIL. Quindi se il nostro PIL è di € 1500 miliardi non possiamo superare il 3% di esso come deficit pari a 1500*3/100 = € 45 miliardi. In poche parole significa che la spesa dello Stato a fornte delle entrate di € 800 miliardi non può superare la cifra di € 845 miliardi (800+45).
Se ad oggi ci si preoccupa perchè abbiamo sforato e siamo al 3,1% significa che il deficit è di 1500*3,1/100 = € 46,5 miliardi, cioè si sta spendendo di più di quello consentito. Oppure può essere che a causa della crisi si sia ridotto il PIL per cui il deficit programmato incide di più, per cui si ha che 45*100/3,1 = € 1452 miliardi di PIL (il PIL si è ridotto a cause della crisi quindi per minore produzione).

Comunque sia stiamo parlando di € 1,5 miliardi di differenza ed è per questo che se le coperture previste saltano, come evidenziato dalla Corte dei Conti perchè non sono certe, la Legge di stabilità, che include il bilancio dello Stato, non rispetterà i parametri previsti.

A questo punto non rimane, al Governo, di andare a pescare dove è certo di prendere, cioè tassare i cittadini, e quindi l'IMU tagliata e l'aumento dell'IVA bloccata e rinviata dovranno essere sostituite da altre tasse (vedi service tax) o essere reinserite.

Ma il Governo ha un'altra possibilità, cioè ridurre le spese ed abbassare quel deficit di quanto basta per rientrare nel 3%. In sostanta se il PIL adesso è di € 1452 miliardi il 3% è 1452*3/100 = € 43,5 miliardi circa quindi le spese andrebbero ridotte di circa e 1,5 miliardi.
Teniamo presente sempre che comumque il defici di € 45 miliardi va sempre ad aumentare il debito pubblico che in questo caso aumenterebbe fino a € 2045 miliardi quest'anno, ed a a crescere sempre di più di anno in anno aumentando ancora di più, per interssi, le spese fermo restando che il PIL, per effetto della crisi scenderà sempre di più.

E' una catastrofe !!!!

A questo punto basterebbe stringere un pò la cingia e risparmiare su tante spese superflue tipo il fimanziamento ai partiti ed ai giornali, ridurre gli stipendi dei politici e dei super manager, ridurre le pensioni d'oro, eliminare gli investimenti inutili tipo TAV, F35, ect. ridurre od eliminare le missioni di pace (o di Guerra), insomma 1,5 miliardi si troverebbero facilmente, anzi sicuramente molti di più, basta volerlo.
MA QUESTI POLITICI LO VOGLIONO VERAMENTE ????

Enea Giancaterino - attivista M5S

venerdì 20 settembre 2013

LA NOMINA DI GIULIANO AMATO E' INCOSTITUZIONALE

Cari Amici e Lettori, purtroppo ho l'abitudine di andare sempre a controllare ed informarmi sui fatti che accadono e guardate cosa ho scoperto !!!

La nostra costituzione all'art. 134 secondo comma dice: "I giudici della Corte costituzionale sono scelti tra i magistrati anche a riposo delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative, i professori ordinari di università in materie giuridiche e gli avvocati dopo venti anni d'esercizio."

Nel sito della corte costituzionale il nostro caro Prof. Giuliano Amato è sta inserito tra i componenti con questa dicitura: "Professore emerito di diritto pubblico comparato, nato a Torino il 13 maggio 1938, nominato dal Presidente della Repubblica il 12 settembre 2013. Giura il 18 settembre 2013."

Dal sito dell'università di Bologna lo status giuridico di un professore emerito viene definito, ai sensi del Regio Decreto 31 agosto 1933 n. 1592 (pubblicato nel Supplemento ordinario del 7 dicembre 1933 n. 283), in questo modo:
"Il Regio Decreto citato recita all’art. 111: “Ai professori ordinari, che siano stati collocati a riposo o dei quali siano accettate le dimissioni, potrà essere conferito il titolo di “professore emerito”, qualora abbiano prestato almeno venti anni di servizio in qualità di professori ordinari, il titolo di “professore onorario” qualora tale servizio abbia avuto la durata di almeno 15 anni. Detti titoli sono concessi con decreto Reale, su proposta del Ministro, previa deliberazione della Facoltà o Scuola cui l’interessato apparteneva all’atto della cessazione dal servizio”.
Ai professori Emeriti ed Onorari non competono particolari prerogative accademiche."

Dai regolamenti degli Atenei risulta, inoltre, che i candidati a tale titolo debbano avere alcuni requisiti tra cui quello che: "abbiano maturato almeno venti anni di ordinario. Nella determinazione di tale presupposto si comprende il periodo di servizio svolto in qualità di professore straordianrio e si prescinde da eventuali sospensioni dall'attività di servizio effettivo in base a norme di legge."
 
 
Ora, ragionando un pò, cosa comporta la qualifica attribuita ad Amato come professore emerito?
Nella costituzione si riporta che possono essere eletti solo i professori ordinari (quindi non emeriti) e, presupponendo che i venti anni siano riferiti all'esercizio della professione di avvocato e non ad un servizio di professore, che questi siano ancora in attività al momento della nomina, e non a riposo come possono esserlo invece i magistrati.
Il prof. Amato non era in servizio al momento della nomina, dimostrato anche dalla qualifica di professore emerito, ed i 20 anni sono riferiti all'esercizio di avvocato e non al servizio di professore.
 
Il dubbio che ci sia qualcosa di incostizionale cresce, anzi credo proprio che la nomina sia del tutto incostituzionale in quanto Giuliano Amato, secondo quanto illustrato sopra, non avrebbe i giusti requisiti.
Chiedo ai nostri parlamentari di sollevare il problema nelle sedi opportune e di adottare, o far adottare, tutti i provvedimenti del caso possibili.
Enea Giancaterino - Attivista M5S

mercoledì 18 settembre 2013

ATTENZIONE !!!! Il voto sulla decadenza di Berlusconi è palese, non segreto !!!!

Oggi assistiamo ancora all'ulteriore presa per i fondelli degli italiani sul voto segreto in aula del Senato per la decadenza di Berlusconi.
NON E' COSI' !!! Il regolamento del Senato dice tutt'altro, certo bisogna interpretarlo, perchè così si usa in Italia, le leggi si interpretano, a seconda della convenienza, e non si applicano. Chi è più bravo, o furbo, la spunta e porta l'acqua nel proprio mulino.

Vediamo di non farci fregare ..... cerchiamo per una volta di non fare i fessi e di non abboccare sempre all'amo.

La costituzione stabilisce, all'articolo 63, che sono le rispettive Camere a valutare l'ineleggibilità o decadenza "Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità." quindi la Giunta per le elezioni del Senato analizza e propone la decadenza di un Senatore la cui decisione finale spetta al Senato con votazione in aula.
Le votazioni si svolgono secondo l'art. 113 del regolamento del Senato, questo è il link http://www.senato.it/1044?articolo=1107&sezione=153  di cui il comma 3 stabilisce."Sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni comunque riguardanti persone e le elezioni mediante schede."
Propio qui nasce il problema, oggi molto dibattuto, a cui si fanno le ipotesi più strane ed improbabili per nascondere la mano dopo che si è lanciato il sasso (vedi il PD che ipotizza un voto contrario alla decadenza da parte del M5S per far ricadere la colpa sul PD stesso, visto che le votazioni sono a scrutinio segreto). Il M5S chiaramente si difende da questa ipotesi accusatoria e diffamatoria chiedendo, per sventarla, di modificare il regolamento, sapendo che tale richiesta rimarrà inascoltata e che, anche se fosse, per tale modifica il voto sarebbe comunque segreto, quindi potrebbe risolversi in un nulla di fatto.

Il fatto, invece, andrebbe affrontato in altro modo, cioè che il comma 3 surrichiamato non è applicabile al caso di decadenza di un Senatore in quanto la seconda parte dello stesso riguarda le elezioni di un membro, quindi del Presidente, vice Presidenti, Segretari, Questori ect. e la prima riguarda persone nel senso stretto della parola, cioè votazioni di carattere politco in cui il Senato esprime un parere, anche se vincolante, tipo le dimissioni di un Senatore, che si possono accettare o rifiutare, ma anche provvedimenti riguardanti persone esterne al Senato (infatti il comma non parla di Senatori ma di persone) come potrebbe essere il caso dei nostri due marò in India. In questi casi, quindi, il voto è obbligatoriamente segreto perchè riguarda propriamente una o più persone specifiche, in una certa situazione personale, in cui il Senato esprime un giudizio, o prende un provedimento, totalmente di carattere politico e facoltativo, anche se vincolante.
Una decadenza invece, seppur riguardante una persona specifica, vale per tutti allo stesso modo, non può essere un voto politico in quanto è una applicazione di una specifica legge (Severino) in certe condizioni (sentenza definitiva o passata in giudicato) per cui sembrerebbe quasi una presa d'atto e non un parere personale di ogni singolo Senatore che facoltativamente e soggettivamente decide con voto segreto. La decadenza presume anche un dibattito in aula, per valutare la proposta della Giunta e verificare l'applicabilità al caso concreto, con tanto di presa di posizione e dichiarazione di voto, favorevole o contrario, dei singoli gruppi o singoli Senatori. Quindi che senso ha il voto segreto se ognuno preventivamente lo dichiara in aula? Sembrerebbe irrazionale.

Il voto segreto, in alcuni casi elencati nel comma 4 e 7 dell'articolo 113, può essere richiesto anche da un numero minimo di senatori (20) ma il caso della decadenza non è contemplato.
Addirittura la nota n. 3, sull'articolo stesso, specifica che anche le votazioni per le autorizzazioni a procedere siano effettuate con voto palese e che si può procedere secondo il comma 4 (su richiesta di 20 senatori), con il voto segreto, solo per i casi di sottoposizione all'arresto, alla perquisizione personale e domiciliare o ad altra privazione o limitazione della libertà personale, attenendo le deliberazioni stesse ai rapporti di cui agli articoli 13 e seguenti della Costituzione.
Il motivo di questa specificazione è contemplato, sempre nella stessa nota, nel periodo che recita: "E ciò, in quanto le deliberazioni stesse costituiscono espressione di una prerogativa dell'Organo parlamentare nell'ambito del rapporto con altri Organi dello Stato e dunque non rappresentano in senso proprio "votazione riguardanti persone", ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 113, comma 3, del Regolamento.".

Il caso specifico della decadenza non è contemplato nell'art. 113, su come andrebbe votato, ma secondo Voi in una autorizzazione a procedere per indagare un Senatore, o per interrogarlo su un presunto reato, non c'è il voto segreto, e neanche può essere richiesto da 20 Senatori, ed una decadenza, invece, per un reato già accertato con condanna definitiva c'è il voto segreto? Mi sembra alquanto illogico ed irrazionale.

Le forze politiche che sono per il voto favorevole alla decadenza in oggetto, compreso il M5S, dovrebbero concentrasi maggiormente su questa analisi e chiedere la vera applicazione del regolamento e non perseguire soluzioni irrangiugibili, essendo in minoranza, ed inopportune in quanto cambiare adesso il regolamento, per affrontare la votazione sulla decadenza di Berlusconi, sembrerebbe più una persecuzione sulla persona (che è politicamente e strategicamente sbagliato) piuttosto che un modo di risolvere una deficenza del regolamento stesso.

Enea Giancaterino - attivista M5S

giovedì 2 maggio 2013

IL GIOCHINO DEL PDL: Smontiamolo !!!

Ormai il governo è fatto ma è tenuto sotto scacco dal PDL (o da Berlusconi) ed il PD-L ormai è allo sfascio, ha perso molti consensi e se si andasse a votare oggi, anche con la coalizione di csx ricompattata, sarebbe al terzo posto.

Il PDL minaccia che se non si farà l'abolizione dell'IMU sulla prima casa e la restitutuzione di quella pagata toglierà la fiducia al Governo. Minaccia, inoltre, se non darà la presidenza della commissione riforme a Berlusconi toglierà la fiducia al Governo.

Non è detto, però, che il Governo debba cadere. Se il PD accetta, finalmente, di fare le riforme del M5S si potrebbe tenerlo in piedi, sicuramente anche SEL sarà d'accordo.

Quello da chiedere al Governo, se il PDL proponesse la sfiducia, potrebbe essere questo:

1) sollevare subito la questione dell'imcompatibilità di Berlusconi e di tutti coloro che hanno i doppi incarichi;
2) adottare subito misure per il rilancio del lavoro, dell'impresa e dell'economia condivise;
3) tagli alla spesa della politica e riequilibrio della spesa pubblica;
4) reddito di cittadinanza contestualmente alla riforma del sistema fiscale ed economico;
5) sospensione immediata dell'IMU prima casa ed una volta che l'economia comincia a ricrescere abolizione totale.

Con questi presupposti, chiaramente dopo aver eliminato i ministri del PDL dal Governo, si potrebbe tentare di tenerlo in vita, avendo i numeri per farlo, altrimenti si torna al voto.

Così facendo dimostreremo la nostra responsabilià per il bene del Paese e contestualmente avremmo raggiunto qualche nostro obiettivo. Sicuramente ne avremmo da guadagnarci in termini elettorali.

Prima di tornare al voto dobbiamo tentare di abbattere il PDL che sicuramente giocherà la carta dell'IMU per acquisire ulteriormente consensi ed assicurarsi il Governo del Paese.

Al PD, se non vuole uscire fuori da questo giro con le ossa rotte, gli conviene accettare.

Enea Giancaterino, attivsta M5S

lunedì 29 aprile 2013

FORSE NON E' TUTTO PERDUTO. IL M5S POTREBBE ESSERE L'AGO DELLA BILANCIA

Alla fine la situazione che si sta formando non è del tutto sfavorevole al M5S che, anche se non governa, potrebbe essere determinante su alcune riforme votando a favore o contro a seconda della propria linea politica, mantenendo la coerenza con il proprio elettorato e con i cittadini tutti e dimostrando che si può e si deve fare della buona politica.

Facciano alcuni esempi.

  • Una volta avuta la fiducia del governo si dovranno, finalmente, istituire le commissioni permanenti e la Giunta per le elezioni e si potrebbe subito sollevare il problema della ineleggibilità ed incompatibilità di alcuni parlamentari. Come si voterà? Chi sarà a favore o contro l'espulsione di Berlusconi?
  • Noi siamo a favore dell'eliminazione dell'IMU e quando presenteremo una proposta come voterà il PDL? Se vota contro, o si accorda per una eliminazione parziale, si mostra incoerente con il suo elettorato ma se la proposta passa, invece, si pone poi il problema del reperimento fondi e si dovranno affrontare i tagli alle spese politiche ed i sprechi della PA. Cosa farà il Governo?
  • Quando noi proporremo l'eliminazione del finanziamento ai partiti i parlamentari del PDL dovranno, per coerenza, votare a favore, mentre il PD, che vorrebbe fare solo una riduzione e mantenerlo, cosa farà? Cosa passerà? Come reagirà il PD-L se passa eliminazione del finanziamento?
  • Noi potremmo proporre l'eliminazione totale delle Province e Lista Civica, per coerenza, dovrebbe votare a favore. Cosa faranno il PDL ed il PD-L?
  • Quando il M5S proporrà delle misure per combattere la grande evasione fiscale contrastando veramente quei gruppi finanziari che usano le società off-shore nei paradisi fiscali, il vero problema dell'evasione, togliendo alle lobby ed ai grandi interessi finanziari la possibilità di creare quei fondi neri a cui i partiti sono, ormai è acclarato, fortemente coinvolti, cosa farà il Governo?
  • E così via ........
Tante altre cose si potranno fare e proporre in cui le due forze principali che formano il Governo potrebbero mettersi in contrasto e cadere nell'incoerenza e nella inconcludenza, noi invece faremo l'ago della bilancia mantenendo la nostra coerenza. Loro, forse, per mantenere in piedi il Governo dovranno andare contro quanto detto e sbandierato, anche con forza, durante la campagna elettorale e starà a noi metterlo in evidenza.
Per cui, se ciò accadrà, dovremmo avviare tutta un'azione mediatica per mettere a conoscenza i cittadini della verità.
Credo che le contraddizioni e le incoerenze usciranno fuori tutte, saremo noi del M5S a sfruttare la situazione a nostro vantaggio e dei cittadini, costringendoli al vero cambiamento ed a fare tutte quelle riforme che hanno promesso.
C'è bisogno che il M5S si organizzi bene e persegua una linea politica ben precisa senza uscire mai fuori dai binari
Non si arrenderanno mai, noi neppure .... e sarà un vero piacere !!!!!

Enea Giancaterino, attivista M5S

mercoledì 24 aprile 2013

SVELIAMO LE RAGIONI DEL PICCOLO GOLPE DENUNCIATO DA GRILLO

Ieri forse si è capito qual'è il piccolo golpe che si sta organizzando ai danni della democrazia e dei cittadini.
All'uscita dalle consultazioni con il Presidente della Repubblica, Enrico Letta (membro della Bilderberg e probabile futuro segretario del PD, ndr) lo ha detto chiaramente, la loro priorità (forse la sua) per un Governo di larghe intese è la riforma elettorale secondo le indicazioni dei 10 saggi.
Forse alcuni Parlamentari del PD non lo hanno capito, magari sono in buona fede, ma sicuramente Berlusconi, Monti, Letta (zio e nipote) e tanti altri hanno un disegno ben preciso che proviamo a spiegarlo di seguito.
Analizziamo gli eventi e le soluzioni:
1) Le ultime elezioni hanno creato uno stallo Parlamentare in cui un ipotetico Governo sarebbe stato condizionato dalle idee del M5S ed invece un Governo con il PDL sarebbe stato devastante per il PD.
2) Ci voleva qualcuno super partis che avrebbe permesso il realizzarsi di un governo PD-PDL e Lista Monti e certo non poteva essere ne Rodotà ne Prodi e ne Marini. Per questo tutta l'elezione del PdR è stata una farsa, era già prestabilito che Napolitano doveva continuare anche perché lui aveva autorizzato i 10 saggi a dare delle risposte per risanare lo Stato e le Istituzioni; non a caso non è stato indicato nessuno vicino o simpatizzante del M5S (qualcuno esperto di economia o di Costituzione nel m5s ci sarà, almeno si poteva chiedere), non a caso, credo, ci sono stati i franchi tiratori all'interno del PD anche su personaggi come PRODI perché, forse, non avrebbe permesso la prosecuzione del lavoro dei 10 saggi, o perlomeno non avrebbe creato le condizioni ideali per permetterlo.
3) Solo Napolitano, con il suo Governo di larghe intese, avrebbe creato le condizioni per un inciucio tra PD-PDL e Lista Monti per portare avanti le proposte dei Saggi di cui la più importante, che E. Letta l'ha data come prioritaria, è la riforma della Legge elettorale con modifica della costituzione.
4) Il progetto di Legge elettorale è l'eliminazione del bicameralismo (eliminando il Senato) ed istituendo il Senato delle Regioni i cui membri vengono nominati dalle Regioni (quindi non eletti democraticamente) e pagati dalle stesse. Il numero dei Deputati, come il finanziamento ai partiti, viene ridotto per andare incontro alla riduzione dei costi della politica. Cosa fondamentale, nella proposta di riforma dei 10 saggi, è il potere di veto del Senato delle Regioni su riforme costituzionali e di Leggi elettorali, così anche se un Governo eletto domani, democraticamente, diverso dal PD o PDL volesse modificare la costituzione per dare maggiore sovranità al popolo con referendum propositivi senza quorum, imporre l'obbligatorieta di discussione delle leggi di iniziativa popolare, ratifica dei trattati con referendum (Referendum su permanenza euro etc.), deve avere l'approvazione del Senato delle Regioni di cui i suoi membri sono nominati dal PD-PDL e non potranno cambiarsi se non prima di 5 anni (dopo successive elezioni regionali). Questo spiega anche l'immediato cambiamento dell'assetto ed equilibrio istituzionale messo in atto dal Presidente Crocetta in Sicilia subito dopo l'elezione di Napolitano, annullando di fatto il modello M5S di governo della Regione tanto apprezzato.
5) Per fare queste modifiche, ai sensi dell'art. 138 della costituzione, ci vogliono almeno i 2/3 dei membri di ogni Camera per evitare che 1/5 di Deputati o Senatori possa chiedere la ratifica della riforma costituzionale alla volontà dei cittadini con referendum popolare. Facendo alcuni calcoli il PD ed il PDL e Lista Monti da soli hanno i numeri per fare questa riforma anche contro la volontà del M5S, SEL e LEGA, garantendo impossibilità di modificare la costituzione per ristabilire la sovranità popolare sulle decisioni importanti, come vuole il M5S, e come non vogliono, invece, i grandi poteri dell'Europa (Bilderberg, Troika etc.) di cui E. Letta e M. Monti ed altri componenti PD-PDL fanno parte.

Questo credo sia il piccolo Golpe, ma forse è un grande Golpe per i cittadini, a cui Grillo, forse, fa riferimento, impedendo di fare quelle riforme per dare maggiore sovranità ai cittadini, almeno per altri 5 anni, che il M5 chiede da tempo.

Questa analisi potrebbe sembrare fantasiosa ma non crediamo che loro, la Casta, non ci abbiano pensato e che non sia il loro vero obiettivo, vista la situazione.

C'è un famoso detto: "pensare male è peccato, ma spesso ci si azzecca".

Enea Giancaterino, attivista M5S


domenica 21 aprile 2013

INVALIDIAMO L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE NAPOLITANO

Qualsiasi eletto, dopo la proclamazione, deve essere convalidato dall'Assemblea di cui fa parte per verificare la sussistenza di requisiti di ineleggibilità e incompatibilità. Nel primo caso comporta la decadenza dell'eletto e nel secondo l'eletto deve dichiarare quale opzione sceglie al fine di rimuovere la causa di incompatibilità. Se l'eletto (in questo caso parlamentare) non decide entro un certo tempo (breve) gli viene comunicata la decadenza da membro dell'assemblea medesima.
Tutto ciò è stabilito dall' art. 66 della costituzione che recita: "Ciascuna Camera  giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità".
Credo che per applicare ciò ci voglia, se non si procede d'ufficio, comunque una contestazione precisa.
Gli Organi al quale spetta il compito di procedere alle verifiche dei titoli è, alla Camera, la Giunta per le elezioni e, al Senato, la Giunta per le elezioni e le immunità, e finché non vengono istituite quelle nuove, a seguito di nuove elezioni, vengono convalidate quelle precedenti, come è accaduto nella seduta del 15 marzo 2013.
Non mi sembra che in quella seduta si siano convalidati gli eletti ma si è comunicato solamente la decisione di alcuni pochissimi parlamentari che hanno optato per altra carica.
Il M5S ha sollevato il problema e chiesto di procedere, credo, ad una verifica in quanto nel parlamento ci sono molti, circa 170, eletti che risultano essere incompatibili o ineleggibili a cui la Giunta, anche se provvisoria, avrebbe dovuto accertare e procedere con le deliberazioni del caso.
Il non procedere a verifica ha comportato che alcuni parlamentari, non avendo potenzialmente i requisiti, invece di essere sostituiti o optare, come hanno fatto alcuni di loro recentemente dopo la contestazione del M5S, hanno potuto votare il nuovo Presidente della Repubblica che altrimenti, forse, non avrebbero potuto farlo sfalsando il risultato che, benché non avrebbe influito sul quorum della sesta votazione, avrebbe influito sicuramente sul quorum della quarta e quinta.

Il M5S potrebbe valutare un eventuale ricorso per invalidare l'elezione del Presidente della Repubblica a seguito di questa valutazione previa verifica dell'irregolarità procedurale sentiti, preventivamente, esperti costituzionalisti.

Anche se ciò non fosse possibile si potrebbe tentare, a livello mediatico, di provarci lo stesso in quanto potrebbe avere un forte valore politico e di coerenza con le nostre battaglie sulla legalità e trasparenza.

Enea Giancaterino, attivista M5S

venerdì 19 aprile 2013

M5S: I 20 PUNTI PER USCIRE DAL BUIO

"L’Italia deve diventare una comunità, nessuno deve essere lasciato indietro. E’ intollerabile, inumano, vedere le file di esodati, sfrattati, disoccupati alle mense della Caritas mentre chi ha sprofondato il Paese nella miseria si muove con la scorta, l’auto blu, senza alcuna preoccupazione economica”. Incomincia così la lettera aperta, 20 punti per uscire dal buio, che Beppe Grillo ha postato nel suo blog. Si tratta, in sostanza, del vademecum, del tentativo da parte del leader del Movimento, di ricondurre le sue esperienze oltre la semplice espressione, rappresentante dell’anti-politica, che lo accompagna sin dai suoi primi comizi show. Grillo in questa breve “nota spese” spiega qual è il suo piano d'azione, quali sono gli obiettivi e quale filosofia deve animare i “grillini” eletti in Parlamento: “Lo Stato deve proteggere i cittadini o non è uno Stato, per questo va istituito il reddito di cittadinanza. Io sono Stato, tu sei Stato, noi siamo Stato. Riprendiamoci l'Italia”, ha concluso.
Ecco i 20 punti per uscire dal buio di Beppe Grillo:

1) Reddito di cittadinanza
2) Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa
3) Legge anticorruzione
4) Informatizzazione e semplificazione dello Stato
5) Abolizione dei contributi pubblici ai partiti
6) Istituzione di un “politometro” per verificare arricchimenti illeciti dei politici negli ultimi 20 anni
7) Referendum propositivo e senza quorum
8) Referendum sulla permanenza nell’euro
9) Obbligo di discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento con voto palese
10) Unasolaretetelevisivapubblica,senzapubblicità,indipendentedaipartiti
11) Elezione diretta dei parlamentari alla Camera e al Senato
12) Massimo di due mandati elettivi
13) Legge sul conflitto di interessi
14) Ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica
15) Abolizione dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali
16) Accesso gratuito alla Rete per cittadinanza
17) Abolizione dell’IMU sulla prima casa
18) Non pignorabilità della prima casa
19) Eliminazione delle province
20) Abolizione di Equitalia

martedì 9 aprile 2013

M5S: Come andrebbe fatto il "Reddito di Cittadinanza"


Se ne parla tanto ma credo che pochi abbiano capito che cos'è. Il tutto scaturisce dai principi della costituzione in cui all'art 1 dice:"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro", e poi all'art. 4 dice:"La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.". Bisogna sempre tener presenti questi principi e sulla loro base bisogna immaginare cosa si intende per reddito di cittadinanza.
 
Una proposta legislativa potrebbe essere questa:
1) Principio
Lo scopo di questa legge è dare dignità ai cittadini che non hanno o che hanno perso un lavoro, sostenendoli economicamente fino a quando non ne trovano uno dignitoso ed appropriato alla loro capacità ed aspettativa. Allo stesso tempo non vuole essere una pura e sola assistenza sociale al fine di non compromettere l'equilibrio piscologico delle persone.

sabato 6 aprile 2013

M5S - Lombardi su Commissioni permanenti

si può considerare anche l'idea proposta dal deputato Giacchetti (PD), facendo riferimento all'art. 29 della Camera, in cui 1/3 dei deputati può convocare una riunione straordinaria per costituire una commissione speciale con lo scopo di esaminare un disegno di legge di riforma elettorale.
Sommando i nostri deputati a quelli di sel e lega , che vogliono le commissioni, con qualcuno del pd che segue Giacchetti, si potrà fare ...

venerdì 5 aprile 2013

COME IL M5S POTREBBE PRESENTARE UNA LEGGE ELETTORALE SENZA GOVERNO E SENZA COMMISSIONI

Si dice che senza Governo il Paese e bloccato eppure senza si stanno sbloccando 40 miliardi per le Imprese, allora vuol dire che se vogliono si può fare, si possono fare riforme, leggi  ect., basta solo volerlo.
Da alcune voci che circolano, ma anche da quello che si vede, pare che i partiti, con capofila il PD, stiano cercando di ritardare al massimo la formazione delle Commissioni Parlamentari, lasciando agire solamente due Commissioni speciali per affari urgenti, in modo che i progetti di Legge, che possono essere presentarsi anche da un singolo Parlamentare, non inizino mai l'iter istruttorio e preparatorio.
Però una soluzione ci sarebbe,

martedì 2 aprile 2013

COME E' STATO RAGGIRATO IL M5S OGGI IN SENATO



Spero vivamente di sbagliarmi, di aver male interpretato, ma credo propio che oggi i Senatori del  M5S siano stati raggirati dai volponi della vecchia politica che confidando nella loro buona fede e nella loro inesperienza sono caduti nella loro rete ben occultata, malgrado ci sia stato un tentativo di alcuni, ma pochi, attivisti della base che li invitava a riflettere ed a votare diversamente. Sicuramente si è preferito dare retta agli esperti del gruppo legislativo, selezionati con curriculum, che sicuramente sono delle persone validissime, ma non credo si possa pensare che condividano veramente le idee ed obiettivi del m5s, in sostanza non credo che si possa affidare loro la massima fiducia nel perseguire i nostri obiettivi altrimenti avrebbero dovuto metter in allarme i nostri Senatori su quello che stava accadendo o potrebbe accadere in futuro.
Oggi si è votata una risoluzione per il Governo

domenica 31 marzo 2013

DISCUSSIONE AL SENATO IL 02 APRILE 2013 sui 40 miliardi alle Imprese



 

ORDINE DEL GIORNO

Martedì 2 aprile 2013, alle ore 15
7a Seduta pubblica


Discussione del documento:
Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 19. Link documento in discussione  Doc. LVII-bis, n. 1
E' una discussione molto importante e come al solito, secondo la prassi della vecchia politica,  si decide una cosa  del genere a ridosso delle festività Pasquali senza avere la possibilità di analizzare ed approfondire il tema.
In prima analisi sembrerebbe tutto ok, tutto molto condivisibile, ma la Risoluzione nasconde, come al solito, imbrogli ed allusioni con il solito modo di procedere che si è sempre adottato finora, ma questa volta si vuole tirar dentro anche il M5S.
In sostanza con la Risoluzione si vuole stanziare, nel 2013 e 2014, circa 40 miliardi per finanziare, in parte, il credito dello Stato verso le imprese, indebitandosi ancor di più con L'Europa o la BCE, quindi aumentando ancora il debito pubblico già oltre i 2000 miliardi, calcolando di incidere ancora sul PIL per un -0,5%, portando lo stesso al limite del -3%, oltre il quale non si può andare per rispettare i parametri imposti dalla stabilità.
Purtroppo credo vivamente che tale parametro non si rispetterà, anche in conseguenza di quest'ulteriore prestito, superandolo tranquillamente dopo 3/4 mesi con la conseguenza che l'Italia verrà ancor di più declassata e lo spread salirà ancor di più portando la commissione europea a chiederci, per poter accedere a tale finanziamento, altri sacrifici e riforme lacrime e sangue, a danno sempre dei cittadini, chiaramente.
E' proprio il metodo che non va! e poi dicono che vogliono il cambiamento. Questa risoluzione non fa altro che adottare lo stesso metodo usato finora, indebbitarsi ancor di più per risolvere i problemi ma alla fine si tampona solamente e per poco tempo. Si fa presente che tale finanziamento risolve in parte il debito dello Stato verso le imprese (pari o superiore a 70 miliardi) e buone parte dello stesso viene utilizzato per sanare i debiti creati con le banche dalle imprese medesime.
 
Il M5S non deve partecipare a questo ulteriore imbroglio, illudendosi di fare la cosa giusta, ma proporre una Risoluzione alternativa e più incisiva, secondo il suo programma e visione della crisi.
 
Una soluzione possibile potrebbe essere la seguente.
 
Premesso che il maggior problema per le Imprese, che hanno crediti con le Amministrazioni dello Stato ed Enti Locali. è il pagamento delle tasse e contributi verso le amministrazioni stesse nonchè nel vedersi i loro beni, strumentali e non, pignorati da Equitalia per i mancati versamenti. In seguito a ciò alcuni hanno preferito adottare soluzioni estreme che tutti conosciamo.
La Risoluzione in oggetto dovrebbe puntare e mirare a tutt'altro e cioè:
 
1) se non ci sono i soldi sufficenti per pagare le imprese queste dovrebbero poter scontare il credito con le amministrazioni statali o locali compensadolo con il pagamento delle tasse e contributi che esse  dovranno pagare nell'anno corrente ed in quelli successivi fino ad esaurimento del credito stesso (tra i soldi da prendere e quelli da dare allo Stato alla fine il conto si pareggia).
2) lo Stato in questo caso non si indebbiterà ulteriormente con i mercati finanziari, ma avrà un calo delle entrate erariali che dovranno essere compensate con il taglio delle spese superfle, con il taglio dei costi della politica, ottimizzando la spesa pubblica e riequilibrando le disparità sui grandi guadagni e grandi stipendi, tassando maggiormente chi guadagna di più, anche le operazioni finanziarie, come è nella logica ed obierttivi della tassazione fiscale che oltre a finanziare lo Stato serve anche per livellare equamente i diversi strati e classi sociali della comunità (si pensi al punto del programma del rapporto 1/12 tra lo stipendio minimo e quello massimo in una azienda o in una amministrazione pubblica).

3) La Risoluzione dovrà prevedere l'istituzione di un sistema (generato da un software), presso l'Agenzia delle Entrate, in cui si gestirà un conto fiscale on line dell'impresa creditrice dove le amministrazioni dello Stato e degli Enti Locali faranno confluire tutti i loro debiti verso le imprese entro 15 giorni dalla richiesta delle stesse, indicando a quale Titolo e Capitolo del loro bilancio sono state caricate o facevano riferimento (spese correnti, per investimenti o altro) riportando, oltre al debito relativo, l'importo totale del capitolo. L'impresa creditrice potrà usufruire di detto conto fiscale per effettuare tutti i pagamenti di tasse, tributi, contributi previdenziali ect. presso qualsiasi amministrazione pubblica o dello Stato. Il programma (software) rilascerà ogni volta, quando l'Impresa usufrirà del conto fiscale, un codice identificativo del prelievo operato da riportare sul modello di pagamento (F23 o F24) in modo che l'amministrazione ricevente verifichi la disponibilità.
Il programma consentirà, anche, di verificare la correttezza e conformità dei bilanci pubblici delle diverse amministrazioni al fine di accertare quali siano state le cause dei mancati o ritardati pagamenti alle Imprese. Eventuali illeciti saranno perseguiti secondo la normativa vigente con azioni verso gli amministratori respopnsabili (Legge 14 gennaio 1994, n. 20 della Corte dei Conti).
Le somme così utilizzate dalle Imprese saranno decurtate dai trasferimenti dello Stato, nell'anno di riferimento, verso le amministrazioni interessate. Le stesse amministrazioni dovranno operare tagli e risparmi della spesa per conpensare la minor erogazione dei trasferimenti dello Stato.

 
Chiaramente la Risoluzione da proporre va analizzata ed approfondita maggiormente ma questa, credo, sia la strada da perseguire secondo il programma e gli obiettivi del M5S in conformità con le idee per cui i cittadini hanno dato fiducia al movimento.
 
Il M5S dovrebbe contrastare fortemente la Risoluzione proposta dal Governo ma nello stesso tempo spiegarne chiaramente i motivi proponendo una alternativa molto più valida ed efficace.
 
Enea Giancaterino, attivista M5S







ECCO I 10 SAGGI DI NAPOLITANO: Il solito inciucio della vecchia politica

Altro che dieci “saggi”. Quelli che ha tirato fuori Napolitano dal cilindro per scrivere la road map di riforme essenziali per il Paese sono i soliti noti. Forse il peggio dei soliti noti, se possibile. Eppure, sorprendentemente, saranno loro a dover costituire il “tesoro” di idee e provvedimenti su cui il prossimo Presidente della Repubblica si dovrà basare per formare (forse) un nuovo governo. C’è di che restare senza parole. Sono nomi che rappresentano gli assi portanti di quell’antico sistema politico e istituzionale che ha portato l’Italia nel baratro in cui si trova oggi. Lentamente ma sistematicamente. E adesso siamo di nuovo nelle loro mani.
A destare scandalo è soprattutto la commissione cosidetta “politico-istituzionale”. E fatto salvo il nome di Valerio Onida, costituzionalista di area piddina, sugli altri corre rapido un brivido lungo la schiena. A partire da Luciano Violante, con tutto il suo passato partitocratico alle spalle, simbolo della storia più antica (e non sempre limpida) del Nazareno (ma nel suo caso si potrebbe parlare meglio di Botteghe Oscure). E poi Mario Mauro, uomo di Monti (e di Cl, fino alle ultime elezioni vicinissmo a Roberto Formigoni) che qualcuno voleva a presidente del Senato al posto di Pietro Grasso, di cui non si ricordano negli anni particolari exploit legislativi nel segno del cambiamento.
Ma soprattutto Gaetano Quagliariello, ex vicecapogruppo del Pdl al Senato, uomo delle leggi ad personam di Silvio sulla giustizia, dunque personaggio di stretta osservanza berlusconiana, primo tra i soldati di prima fila del Cavaliere e (anche lui) personalità su cui l’intero centrodestra si sarebbe speso per fargli avere una carica istituzionale. Dopo quello che ha fatto per loro. E per il suo Capo. Ecco, Mauro è l’uomo di un Monti che continuerà a governare l’Italia nonostante i disastri economici e le figuracce cosmiche internazionali (i Marò) e Quagliariello è un portabandiera di Arcore. Davvero non c’era nulla di meglio sul mercato? Davvero è questo la summa della intellighenzia politica che Giorgio Napolitano ha saputo esprimere in un momento tanto drammatico per la democrazia? Cosa potranno mai studiare di nuovo queste cariatidi politiche del sistema? Che avranno mai da tessere e rinnovare elementi che mai sarebbero stati eletti davvero dal popolo se non ci fosse stato il Porcellum? L’unica cosa che possono partorire, a ben guardare, è un inciucio codificato sotto forma di programma da servire freddo sul piatto del prossimo presidente della Repubblica come unica via per avere un nuovo governo. D’inciucio, s’intende, non certo di rinnovamento.
Ma anche l’altra commissione, quella chiamata a studiare le emergenze economiche e sociali del Paese, non è meno inquietante. Si parte da Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, istituto che continua a fotografare lo stato del Paese senza aver mai suggerito una misura utile al suo sviluppo neppure per sbaglio e di Giovanni Pitruzzella, presidente del’autorità garante della concorrenza e del mercato, istituto abbastanza inutile se si considera che in Italia, com’è noto, non c’è una legge sul conflitto d’interessi degna di questo nome, per cui l’operato del Garante è stato fino a oggi abbastanza oscuro. Ma si resta ancora senza parole quando lo sguardo arriva ai nomi di due degli altri membri della commissione; uomini strettamente legati uno a Monti e l’altro alla storia del Pci, ovvero ministro Moavero Milanesi e il senatore Filippo Bubbico. E che anche il terzo, Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca D’Italia, è “cresciuto” dopo l’entrata in scena del governo Monti. Insomma, il “sistema” al potere che viene chiamato a rinnovare se stesso. Un paradosso
Napolitano, proponendo questi nomi, ha certamente deluso le aspettative di chi, soprattutto tra i giovani della politica anche in Parlamento (e non stiamo parlando solo dei grillini) si aspettavano una scossa. Invece, Napolitano oggi è tornato ad essere quel “Morfeo” di grillesca memoria, che trovandosi nell’impossibilità di fare alcunchè per partorire un nuovo governo, ha deciso di “addormentare” il sistema con questa sorta di “bicamerale ghiacciata” composta da chi, come si diceva, è in alcuni casi l’emblema di tutti ciò che gli italiani vorrebbero lasciarsi alle spalle. Insomma, il capolavoro di Napolitano è questo: Monti resta al suo posto (e chissà per quanto tempo) e per il resto è stata mandata letteralmente la palla in tribuna, fermando il gioco. Un’astuzia da antico politico, quale certamente Napolitano è, che ha anche archiviato senza scosse l’era Bersani, facendolo uscire di scena in modo netto, senza appello. Per quanto molto morbido.
Intanto, si è aperta ufficialmente la crisi del Pd, i cui esiti saranno certamente drammatici, ma non è questo certo il punto. Il vero scontro, quello più acceso, si giocherà sulla successione al Qurinale. E il Parlamento si trasformerà in un Vietnam. Insomma, il Capo dello Stato, ancora una volta, ha messo la sordina al cambiamento, fischiando il “tutti negli spogliatoi” e lasciando la patata bollente di riscattare, in qualche modo, il Paese dal torpore all’uomo del Colle che verrà. I supplementari, se ci saranno, li giocheranno (loro, i partiti) tutti con un altro arbitro. Che si troverà però vincolato al suo predecessore dal patto di sistema che verrà sancito in questa “bicamerale”. E sarà ancora un inciucio. Senza sbocco. Ma il prezzo di questo stallo e di questo “nuovo” che avanza e continua a dettar legge puzzando di polvere e di muffa ci costerà (a noi, cittadini) ancora moltissimo