domenica 29 settembre 2013

IL GOVERNO LETTA CADE: una farsa, è tutto concordato !!!




Che il Governo doveva cadere era nell'aria ma non perchè il PD ed il PDL non hanno trovato l'accordo sull'IVA e sull'IMU, o perchè il PD non vuole cedere sulla decadenza di Berlusconi, i motivi sono altri.

Si sono accordi che i conti non stanno in ordine e non sanno cosa fare per sistemarli, dicono che il rapporto deficit/pil ha sforato di uno 0,1%, ma la commissione europea dice che è uno 0,2% (stiamo parlando di 2-3 miliardi). Inoltre pare che non ci siano i soldi per rifinanziare la cassa integrazione in deroga, per non aumentare l'IVA, per eliminare la seconda rata dell'IMU e per ridurre il cuneo fiscale al fine di rilanciare il lavoro e l'economia.

Non potevano dire tutto ciò ed allora si sono inventati questa FARSA per non perdere ulteriore consenso tra i loro elettori.

Infatti il PD accusa il PDL che tutta la loro azione nel Governo è finalizzata alla decadenza di Berlusconi e lo hanno paralizzato perchè il PD vuole votarla a favore. Così il PD salva la faccia verso i propri elettori, dimostrando loro, ancora una volta ingannandoli, che combattono ancora e sempre contro il loro nemico (falso) numero uno.
Il PDL accusa il PD che vogliono aumentare le tasse, come al solito perchè solo così sanno risolvere i problemi, e che loro, paladini (falsi) degli interessi dei cittadini, non lo possono permettere. Per questo motivo, allora, fanno cadere il Governo Letta.

In questo modo entrambi hanno dei buoni motivi (falsi) per affrontare la campagna elettorale e convincere ancora una volta i propri elettori a votarli.

Il Governo afferma che non ha presentato il decreto IVA (già prondo a loro dire) perchè inutile in quanto sarebbe poi decaduto in Parlamento non essendoci più una maggioranza che l'approva. Anche questo è falso in quanto altre forze politiche, come il m5s, potrebbero votarlo e farlo approvare, se ritenuto giusto per i cittadini. Sulle buone iniziative la maggioranza si trova, anche senza il PDL, ma evidentemente il problema era un altro e che a noi, comuni cittadini, non ci vogliono far sapere.

Spero che i cittadini aprano gli occhi, ma sta anche a noi del M5S informarli bene !!!

Enea Giancaterino - attivista M5S


venerdì 27 settembre 2013

SE L'ITALIA TORNASSE ALLA LIRA SI ESTINGUEREBBE IL DEBITO?

Non sono un economista, ma mi piace informarmi e fare dei ragionamenti, ed allora mi sono chiesto "ma se l'Italia tornasse alla Lira riuscirebbe ad estinguere il debito?". IO CREDO DI SI !!!!

Vediamo come.
Innanzitutto ricordiamo cos'è la moneta, cioè un mezzo per scambiare beni a cui noi gli attribuiamo un valore fittizio, non reale, ma che tutti accettiamo.
La moneta quando viene creata non ha nessun valore finchè non viene messa sul mercato ed utilizzata, però per chi l'ha prodotta non gli è costata nulla, al massimo il prezzo della stampa (teniamolo in mente per dopo).
Quando l'Italia è passata dalla Lira all'Euro ha ritirato tutta la sua vecchia valuta, non più valida, per cambiarla in Euro, nuova valuta corrente. Quindi non si è fatto altro che accettare una nuova valuta al posto di un'altra che chiaramente, non essendo più valuta corrente, è stata distrutta.

Fare l'inverso, cioè tornare alla lira, si dovrà fare la stessa cosa ma con l'unica differenza che l'altra valuta non viene estinta, rimane per noi come valuta estera.

Lo Stato italiano, chiaramente, rimarrà sempre debitore verso l'euro perchè dovrà restituire tutto il debito che ha con l'estero in Euro che ad oggi sembrerebbe essere circa il 40% del totale, (di € 2080 circa) pari a 2080*40/100 =  € 816 miliardi, più o meno quanto lo Stato incassa in un anno dall'erario. Chiaramente rimarrà sempre debitore anche con i cittadini italiani che detengono sempre il restante 60% del debito ma che potrebbe riconvertirlo e scambiarlo sempre con la nuova valuta in lire.
I cittadini potrebbero ancora rimanere con gli euri depositati in banca, cambiando i loro C/C in valuta estera, e quando necessitano scambiarli con la nuova valuta.
Lo stesso possono fare le imprese ed all'occorrenza utilizzarli anche per pagare le importazioni.
A questo punto lo Stato si troverebbe ancora della valuta estera da convertire che potrebbe utilizzare per scambi con l'estero e per mantenere in equilibrio la bilancia dei pagamenti import/export evitando una eccessiva svalutazione della nuova Lira sui cambi internazionali.

Non credo che ci sia l'obbligo, da parte dello Stato italiano, di distruggere la moneta che ritira in quanto questa è ancora valida ed anche perche non farà altro che ripristinare una vecchia valuta, precedentemente distrutta, e sostituita dall'Euro fornito dalla BCE, riconsegnando al produttore (BCE) quello che gli ha dato allora in cambio della distruzione delle vecchie lire. Sarà quest'ultima a decidere cosa fare della moneta restituita ma per noi, avento restituito l'euro, si estinguerà il debito.

Per gli italiani non credo che cambi molto. Potranno mantenere l'euro fino a quando vogliono, i nuovi stipendi gli saranno pagati in Lire e manterranno lo stesso potere di acquisto in Italia, mentre all'estero il potere potrebbe cambiare.

In ogni caso l'Italia avrà estinto il suo debito in Euro verso istituzioni ed investitori esteri mantenedo un debito interno in Lire maggiormente verso cittadini italiani, ma questo non è più un problema quando lo Stato può emettere moneta, anche se la sua emissione deve essere sempre controllata e ben valutata per evitare eccessiva svalutazione. Un buon metodo, per non esaggerare con la svalutazione, potrebbe essere quello di legare la stampa della moneta circolante alla quantità numerica della popolazione presente sul territorio, stabilendo una quota procapite congrua per ogni cittadino.
Credo che da questa situazione l'Italia abbia tutto da guadagnarci mentre la Germania, ed altre economie forti della zona Euro, da rimetterci in quanto avranno maggiori difficoltà a piazzare i loro prodotti e beni sul nostro mercato. Infatti il mercato europeo è strutturato in modo che se uno Stato conquista quote di mercato un altro le perde. Ecco perchè ci sono Stati membri forti ed altri cosiddetti "pigs".

Consapevoli di tutto questo l'Italia veramente potrebbe battere i pugni in Europa anche perchè il mercato italiano e tra i più numerosi e facoltosi come consumatori. Ed allora potrebbe costringere l'Europa a rivedere e/o mettere in atto tutto quello che i trattati prevedevano fin dall'inizio per sviluppare il lavoro, l'economia, il benessere dei cittadini europei garantendo tutelando i diritti sociali e l'ambiente, dove il debito di uno Stato membro non dovrebbe essere più del singolo ma di tutta l'Europa intera in modo che gli Stati membri economicamente più forti contribuiscano a risolvere i problemi di quelli più deboli in quanto ne sono indirettamente la causa.

Allora o si fà la vera Europa o si torna ognuno con il proprio Stato sovrano, non si può attendere oltre, i giochi sono finiti i cittadini hanno bisogno adesso di soluzioni ....

NON SI PUO' PIU' ASPETTARE I CITTADINI SONO ESASPERATI !!!

Enea Giancaterino - attivista M5S

IL GOVERNO SBAGLIA: o riduce le spese o aumenta le tasse.

Et voilà: come volevasi dimostrare. La Corte dei conti ha svelato l'inganno sull'IMU, anche se non ha ancora tolto il velo in modo completo. E i magistrati contabili danno ragione alla denuncia del MoVimento 5 Stelle nei confronti del presidente della Repubblica. Napolitano, lo abbiamo detto più volte, ha firmato infatti un decreto Imu che ha coperture a dir poco ballerine, per non dire inesistenti. Dunque viola il principio del pareggio di bilancio contenuto nell'articolo 81 della Costituzione. Ora i nodi vengono al pettine e le responsabilità del capo dello Stato sono evidenti: ha firmato un provvedimento incostituzionale.
E perché non c'è copertura certa? L'azzardo sui giochi d'azzardo tentato dal governo sta facendo saltare il banco. Le aziende coinvolte non si sognano di pagare la multa (pur estremamente ridotta) e ricorrono in tribunale, mentre il gioco delle tre carte dei saltimbanchi Letta e Saccomanni è ormai chiaro agli occhi dei cittadini e a quelli, molto severi, della Corte dei conti che si è dichiarata addirittura imbarazzata per gli interventi del Governo su questo contenzioso tra un grado e l'altro di giudizio.
Seconda copertura scoperta: l'extragettito Iva per quasi un miliardo derivante da una nuova tranche di saldo dei debiti della Pa alle imprese . Quasi sicuramente il governo dovrà ricorrere alle clausole di salvaguardia e all'aumento di acconti (anch'esso "bacchettato" dalla Corte dei conti) e accise, per esempio sulla benzina. Il risultato? Tasse abolite per finta e tasse aumentate per davvero. Preparatevi a pagare l'IMU... e anche l'aumento dell'IVA.

Proviamo a capire il perchè.
Prendiamo, innanzitutto, alcuni dati che ci servono per spiegare e cioè (arrotondati per semplificare):
- il nostro debito è di circa € 2000 miliardi;
- il nostro PIL è di circa € 1500 miliardi;
- le entrate dello stato in un anno sono di circa € 800 miliardi.

Teniamo presente che per questioni di bilancio non possiamo superare un deficit (differenza tra le entrate e le spese) maggiore del 3% del PIL. Quindi se il nostro PIL è di € 1500 miliardi non possiamo superare il 3% di esso come deficit pari a 1500*3/100 = € 45 miliardi. In poche parole significa che la spesa dello Stato a fornte delle entrate di € 800 miliardi non può superare la cifra di € 845 miliardi (800+45).
Se ad oggi ci si preoccupa perchè abbiamo sforato e siamo al 3,1% significa che il deficit è di 1500*3,1/100 = € 46,5 miliardi, cioè si sta spendendo di più di quello consentito. Oppure può essere che a causa della crisi si sia ridotto il PIL per cui il deficit programmato incide di più, per cui si ha che 45*100/3,1 = € 1452 miliardi di PIL (il PIL si è ridotto a cause della crisi quindi per minore produzione).

Comunque sia stiamo parlando di € 1,5 miliardi di differenza ed è per questo che se le coperture previste saltano, come evidenziato dalla Corte dei Conti perchè non sono certe, la Legge di stabilità, che include il bilancio dello Stato, non rispetterà i parametri previsti.

A questo punto non rimane, al Governo, di andare a pescare dove è certo di prendere, cioè tassare i cittadini, e quindi l'IMU tagliata e l'aumento dell'IVA bloccata e rinviata dovranno essere sostituite da altre tasse (vedi service tax) o essere reinserite.

Ma il Governo ha un'altra possibilità, cioè ridurre le spese ed abbassare quel deficit di quanto basta per rientrare nel 3%. In sostanta se il PIL adesso è di € 1452 miliardi il 3% è 1452*3/100 = € 43,5 miliardi circa quindi le spese andrebbero ridotte di circa e 1,5 miliardi.
Teniamo presente sempre che comumque il defici di € 45 miliardi va sempre ad aumentare il debito pubblico che in questo caso aumenterebbe fino a € 2045 miliardi quest'anno, ed a a crescere sempre di più di anno in anno aumentando ancora di più, per interssi, le spese fermo restando che il PIL, per effetto della crisi scenderà sempre di più.

E' una catastrofe !!!!

A questo punto basterebbe stringere un pò la cingia e risparmiare su tante spese superflue tipo il fimanziamento ai partiti ed ai giornali, ridurre gli stipendi dei politici e dei super manager, ridurre le pensioni d'oro, eliminare gli investimenti inutili tipo TAV, F35, ect. ridurre od eliminare le missioni di pace (o di Guerra), insomma 1,5 miliardi si troverebbero facilmente, anzi sicuramente molti di più, basta volerlo.
MA QUESTI POLITICI LO VOGLIONO VERAMENTE ????

Enea Giancaterino - attivista M5S

venerdì 20 settembre 2013

LA NOMINA DI GIULIANO AMATO E' INCOSTITUZIONALE

Cari Amici e Lettori, purtroppo ho l'abitudine di andare sempre a controllare ed informarmi sui fatti che accadono e guardate cosa ho scoperto !!!

La nostra costituzione all'art. 134 secondo comma dice: "I giudici della Corte costituzionale sono scelti tra i magistrati anche a riposo delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative, i professori ordinari di università in materie giuridiche e gli avvocati dopo venti anni d'esercizio."

Nel sito della corte costituzionale il nostro caro Prof. Giuliano Amato è sta inserito tra i componenti con questa dicitura: "Professore emerito di diritto pubblico comparato, nato a Torino il 13 maggio 1938, nominato dal Presidente della Repubblica il 12 settembre 2013. Giura il 18 settembre 2013."

Dal sito dell'università di Bologna lo status giuridico di un professore emerito viene definito, ai sensi del Regio Decreto 31 agosto 1933 n. 1592 (pubblicato nel Supplemento ordinario del 7 dicembre 1933 n. 283), in questo modo:
"Il Regio Decreto citato recita all’art. 111: “Ai professori ordinari, che siano stati collocati a riposo o dei quali siano accettate le dimissioni, potrà essere conferito il titolo di “professore emerito”, qualora abbiano prestato almeno venti anni di servizio in qualità di professori ordinari, il titolo di “professore onorario” qualora tale servizio abbia avuto la durata di almeno 15 anni. Detti titoli sono concessi con decreto Reale, su proposta del Ministro, previa deliberazione della Facoltà o Scuola cui l’interessato apparteneva all’atto della cessazione dal servizio”.
Ai professori Emeriti ed Onorari non competono particolari prerogative accademiche."

Dai regolamenti degli Atenei risulta, inoltre, che i candidati a tale titolo debbano avere alcuni requisiti tra cui quello che: "abbiano maturato almeno venti anni di ordinario. Nella determinazione di tale presupposto si comprende il periodo di servizio svolto in qualità di professore straordianrio e si prescinde da eventuali sospensioni dall'attività di servizio effettivo in base a norme di legge."
 
 
Ora, ragionando un pò, cosa comporta la qualifica attribuita ad Amato come professore emerito?
Nella costituzione si riporta che possono essere eletti solo i professori ordinari (quindi non emeriti) e, presupponendo che i venti anni siano riferiti all'esercizio della professione di avvocato e non ad un servizio di professore, che questi siano ancora in attività al momento della nomina, e non a riposo come possono esserlo invece i magistrati.
Il prof. Amato non era in servizio al momento della nomina, dimostrato anche dalla qualifica di professore emerito, ed i 20 anni sono riferiti all'esercizio di avvocato e non al servizio di professore.
 
Il dubbio che ci sia qualcosa di incostizionale cresce, anzi credo proprio che la nomina sia del tutto incostituzionale in quanto Giuliano Amato, secondo quanto illustrato sopra, non avrebbe i giusti requisiti.
Chiedo ai nostri parlamentari di sollevare il problema nelle sedi opportune e di adottare, o far adottare, tutti i provvedimenti del caso possibili.
Enea Giancaterino - Attivista M5S

mercoledì 18 settembre 2013

ATTENZIONE !!!! Il voto sulla decadenza di Berlusconi è palese, non segreto !!!!

Oggi assistiamo ancora all'ulteriore presa per i fondelli degli italiani sul voto segreto in aula del Senato per la decadenza di Berlusconi.
NON E' COSI' !!! Il regolamento del Senato dice tutt'altro, certo bisogna interpretarlo, perchè così si usa in Italia, le leggi si interpretano, a seconda della convenienza, e non si applicano. Chi è più bravo, o furbo, la spunta e porta l'acqua nel proprio mulino.

Vediamo di non farci fregare ..... cerchiamo per una volta di non fare i fessi e di non abboccare sempre all'amo.

La costituzione stabilisce, all'articolo 63, che sono le rispettive Camere a valutare l'ineleggibilità o decadenza "Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità." quindi la Giunta per le elezioni del Senato analizza e propone la decadenza di un Senatore la cui decisione finale spetta al Senato con votazione in aula.
Le votazioni si svolgono secondo l'art. 113 del regolamento del Senato, questo è il link http://www.senato.it/1044?articolo=1107&sezione=153  di cui il comma 3 stabilisce."Sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni comunque riguardanti persone e le elezioni mediante schede."
Propio qui nasce il problema, oggi molto dibattuto, a cui si fanno le ipotesi più strane ed improbabili per nascondere la mano dopo che si è lanciato il sasso (vedi il PD che ipotizza un voto contrario alla decadenza da parte del M5S per far ricadere la colpa sul PD stesso, visto che le votazioni sono a scrutinio segreto). Il M5S chiaramente si difende da questa ipotesi accusatoria e diffamatoria chiedendo, per sventarla, di modificare il regolamento, sapendo che tale richiesta rimarrà inascoltata e che, anche se fosse, per tale modifica il voto sarebbe comunque segreto, quindi potrebbe risolversi in un nulla di fatto.

Il fatto, invece, andrebbe affrontato in altro modo, cioè che il comma 3 surrichiamato non è applicabile al caso di decadenza di un Senatore in quanto la seconda parte dello stesso riguarda le elezioni di un membro, quindi del Presidente, vice Presidenti, Segretari, Questori ect. e la prima riguarda persone nel senso stretto della parola, cioè votazioni di carattere politco in cui il Senato esprime un parere, anche se vincolante, tipo le dimissioni di un Senatore, che si possono accettare o rifiutare, ma anche provvedimenti riguardanti persone esterne al Senato (infatti il comma non parla di Senatori ma di persone) come potrebbe essere il caso dei nostri due marò in India. In questi casi, quindi, il voto è obbligatoriamente segreto perchè riguarda propriamente una o più persone specifiche, in una certa situazione personale, in cui il Senato esprime un giudizio, o prende un provedimento, totalmente di carattere politico e facoltativo, anche se vincolante.
Una decadenza invece, seppur riguardante una persona specifica, vale per tutti allo stesso modo, non può essere un voto politico in quanto è una applicazione di una specifica legge (Severino) in certe condizioni (sentenza definitiva o passata in giudicato) per cui sembrerebbe quasi una presa d'atto e non un parere personale di ogni singolo Senatore che facoltativamente e soggettivamente decide con voto segreto. La decadenza presume anche un dibattito in aula, per valutare la proposta della Giunta e verificare l'applicabilità al caso concreto, con tanto di presa di posizione e dichiarazione di voto, favorevole o contrario, dei singoli gruppi o singoli Senatori. Quindi che senso ha il voto segreto se ognuno preventivamente lo dichiara in aula? Sembrerebbe irrazionale.

Il voto segreto, in alcuni casi elencati nel comma 4 e 7 dell'articolo 113, può essere richiesto anche da un numero minimo di senatori (20) ma il caso della decadenza non è contemplato.
Addirittura la nota n. 3, sull'articolo stesso, specifica che anche le votazioni per le autorizzazioni a procedere siano effettuate con voto palese e che si può procedere secondo il comma 4 (su richiesta di 20 senatori), con il voto segreto, solo per i casi di sottoposizione all'arresto, alla perquisizione personale e domiciliare o ad altra privazione o limitazione della libertà personale, attenendo le deliberazioni stesse ai rapporti di cui agli articoli 13 e seguenti della Costituzione.
Il motivo di questa specificazione è contemplato, sempre nella stessa nota, nel periodo che recita: "E ciò, in quanto le deliberazioni stesse costituiscono espressione di una prerogativa dell'Organo parlamentare nell'ambito del rapporto con altri Organi dello Stato e dunque non rappresentano in senso proprio "votazione riguardanti persone", ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 113, comma 3, del Regolamento.".

Il caso specifico della decadenza non è contemplato nell'art. 113, su come andrebbe votato, ma secondo Voi in una autorizzazione a procedere per indagare un Senatore, o per interrogarlo su un presunto reato, non c'è il voto segreto, e neanche può essere richiesto da 20 Senatori, ed una decadenza, invece, per un reato già accertato con condanna definitiva c'è il voto segreto? Mi sembra alquanto illogico ed irrazionale.

Le forze politiche che sono per il voto favorevole alla decadenza in oggetto, compreso il M5S, dovrebbero concentrasi maggiormente su questa analisi e chiedere la vera applicazione del regolamento e non perseguire soluzioni irrangiugibili, essendo in minoranza, ed inopportune in quanto cambiare adesso il regolamento, per affrontare la votazione sulla decadenza di Berlusconi, sembrerebbe più una persecuzione sulla persona (che è politicamente e strategicamente sbagliato) piuttosto che un modo di risolvere una deficenza del regolamento stesso.

Enea Giancaterino - attivista M5S