PROPOSTE/INIZIATIVE

UNA PROPOSTA RISOLUTIVA PER L'ILVA DI TARANTO
 
Non voglio entrare nello specifico del Decreto salva ILVA, ma bisogna evitare a tutti i costi un precedente.
Se si da modo di depenalizzare i reati dell'ILVA, a fronte del ricatto sul lavoro, si potrebbe creare un precedente nel nostro sistema industriale che farà dei seri danni.
Capisco le difficoltà del Governo a gestire una situazione del genere, per via della cassa integrazione e tutto il resto, ma bisogna che si prenda una decisione, che sia da esempio per tutta la realtà industriale.
Vorrei esporre un'idea, non so se fattibile, ma se lo fosse potrebbe diventare una posizione del M5S.

Parlo dell'ILVA ma potrebbe prendersi ad esempio per tutti i casi simili nel nostro sistema industriale.
 
Si parte dal presupposto che lo Stato, con la cassa integrazione, comunque ci rimette dei soldi, e che gli amministratori dell'ILVA, anche se promettono di bonificare l'area in tre anni, non è detto che lo faranno ed alla scadenza il problema si potrebbe ripresentare; anche se l'ILVA potrebbe ottenere dei contributi pubblici, per risolvere il problema, non ci sono, o non ci saranno, garanzie certe (ormai questa è una prassi che conosciamo perfettamente, vedi FIAT e tutti i finanziamenti presi)
L'idea allora è questa:
  1.  L'Ilva deve iniziare la bonifica entro 3 mesi (no 3 anni), non si può continuare ad avvelenare le persone, ed investire i propri capitali e risorse sulla bonifica.
  2. Se l'ilva non adempie entro tre mesi alla scadenza deve pagare la sanzione amministrativa e sottoporsi a giudizio penale per i reati commessi.
  3. In alternativa si può prevedere un finanziamento dello Stato condizionato per iniziare subito i lavori di bonifica. Le condizioni potranno essere:
  • Il finanziamento viene concesso solo su cessione di quote societarie, in sostanza lo Stato diventa azionista dell'ILVA.
  • Modificare lo Statuto societario dell'ILVA in cui si dovrà prevedere la partecipazione azionaria dello Stato che avrà diritto, obbligatoriamente, di partecipare al consiglio di amministrazione con min. 1 membro o più, a seconda della quota azionaria, ed avrà potere di veto su decisioni per attività ambientali e diritti sul lavoro all'interno della società.
  • Lo Stato nominerà il/i membro/i su indicazione dei lavoratori della società stessa, deciso da assemblea pubblica. Il/i soggetto/i indicato/i sarà/saranno scelti tra i lavoratori stessi o tra persone esterne di loro fiducia.
  • Il/i membro/i nominato/i, che durano in carica 1 anno, ogni mese rapporteranno informazioni, notizie ed operato all'assemblea pubblica dei lavoratori. La stessa può decidere a maggioranza di interrompere il mandato del membro eletto in qualsiasi momento nominandone uno nuovo. La revoca del mandato avviene con la richiesta di 1/5 dei lavoratori, dibattito in assemblea e votazione a maggioranza dei lavoratori votanti.
      4. In entrambi i casi di inizio bonifica devono rinquadrarsi ed riutilizzarsi, obbligatoriamente, i
          lavoratori della fabbrica messi in cassa integrazione.
 
 
In questo modo se L'Ilva fa subito le bonifiche bene altrimenti, con il finanziamento pubblico, la fabbrica viene in qualche modo controllata dai lavoratori. In sostanza essendo il finanziamento pubblico soldi dei cittadini, mi sembra ovvio che i cittadini abbiano, poi, voce in capitolo. Allo stesso tempo, se la gestione viene controllata dai lavoratori stessi, si potranno evitare brogli e fughe di capitali all'estero o in nero.
Bisogna evitare, come si è sempre fatto, che lo Stato finanzia senza ricevere garanzie certe quindi deve poter controllare e verificare che gli obiettivi richiesti vengano raggiunti.
 
 
Non so se questa idea possa essere valida ma nel caso può prendersi come base di partenza per formulare una proposta Parlamentare del M5S. La nostra azione non deve essere solamente di contestazione ma anche di proposta.
 
Enea Giancaterino, attivista M5S

3 commenti:

  1. Bravo Enea, ottimo lavoro! Onestamente non so quanto applicabile, in particolare la mia perplessità riguarda il fondamento giuridico del diritto di veto, senza una quota azionaria CONSISTENTE. Però è così che la vorrei, complimenti. Francesco Martella

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    1. Grazie Francesco, il diritto di veto si potrebbe mettere nello statuto dell'azienda contestualmente all'erogazione del finanziamento, senza possibilità di modifica prima di data stabilità o a recupero del finanziamento stesso da parte dello Stato. Credo si possa fare altrimenti qualche altro modo si può trovare

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  2. Ben venga qualsiasi cosa fattibile se la base è questa!

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