Si dice che senza Governo il Paese e bloccato eppure senza si stanno sbloccando 40 miliardi per le Imprese, allora vuol dire che se vogliono si può fare, si possono fare riforme, leggi ect., basta solo volerlo.
Da alcune voci che circolano, ma anche da quello che si vede, pare che i partiti, con capofila il PD, stiano cercando di ritardare al massimo la formazione delle Commissioni Parlamentari, lasciando agire solamente due Commissioni speciali per affari urgenti, in modo che i progetti di Legge, che possono essere presentarsi anche da un singolo Parlamentare, non inizino mai l'iter istruttorio e preparatorio.
Però una soluzione ci sarebbe, ed è indicata all'art. 72 della costituzione comma 4, che recita: la procedura normale di esame e di approvazione
diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in
materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di
autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci
e consuntivi. Quindi, a quanto pare, per una nuova Legge elettorale non serve il Governo ed i regolamenti delle Camere stabiliscono, inoltre, che per presentare un progetto di Legge da discutere e votare direttamente in aula deve essere sottoscritta da almeno 1/10 dei membri della Camera stessa, quindi senza passare per Commissioni. Il M5S ha i numeri necessari per intraprendere questa procedura.
Ed allora forza !!! presentiamo una nuove Legge elettorale, alcune idee nel programma erano già inserite, no condannati, massimo due mandati, preferenze. Basterebbe stabilire due principi fondamentali, che sono già presenti nella costituzione, cioè la Camera dei Deputati deve esprimere chi Governa il Paese ed il Senato garantire la perfetta rappresentatività territoriale. Ed allora la nuova Legge per la Camera dei Deputati, la cui elezione dei candidati è collegata al risultato nazionale, dovrebbe prevedere, oltre a quello già in programma nel M5S, l'eliminazione delle coalizioni mantenendo il premio di maggioranza solamente al partito che prende più voti fermo restando il superamento della soglia del 4% per aver diritto alla ripartizione dei seggi (non ha senso formare coalizioni forzando la condivisione di un programma solamente per prendere più voti, un partito per un programma). Al Senato, invece, la cui elezione avviene senza nessun collegamento a livello nazionale ma solamente regionale, per cui ha più un carattere di rappresentatività territoriale, si dovrebbe eliminare, fermo restando quanto detto per la Camera, il premio di maggioranza e le coalizioni mantenendo il superamento della soglia del'8% per la ripartizione dei seggi, assegnando quelli disponibbili in ogni circoscrizione in proporzione alla percentuale effettiva ottenuta dall'organizzazione politica, fino ad esaurimento seggi, con arrotondamento in eccesso o in difetto a seconda se si supera o meno il decimale 5 dopo la virgola.
Anche questa soluzione potrebbe creare una situazione di stallo nel Senato ma è molto meno probabile.
Modificare il tipo di elezione al Senato, da livello regionale a quello nazionale, è più complesso in quanto bisognerebbe modificare la costituzione con tempi molto lunghi.
Fatta questa riforma elettorale in breve tempo, sempre se i partiti l'accettano, si può tornare tranquillamente a votare.
Comunque abbiamo visto che, volendo, si può leggiferare lo stesso, forzando un pò la mano, solamente con il Parlamento eletto democraticamente.
Comunque abbiamo visto che, volendo, si può leggiferare lo stesso, forzando un pò la mano, solamente con il Parlamento eletto democraticamente.
Enea Giancaterino: Attivista M5S
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