Per stabile organizzazione (S.O.) si intende, generalmente, una sede o un centro di affari non temporaneo attraverso il quale un'impresa commerciale non residente esercita la propria attività economica, producendo reddito nel territorio di un'altra nazione.
secondo l'OCSE esistono dei modelli internazioni di come creare un'impresa non residente in un'altra nazione.
Aspetto
strettamente legato, anzi conseguenziale a
quest'ultimo, è quello della valutazione della struttura da impiantare. Le
alternative che si pongono all'imprenditore sono le seguenti:
- una controllata (subsidiary);
- una filiale (branch);
- un ufficio di rappresentanza;
- una rete di agenti indipendenti.
Generalmente, nei bilanci delle S.O. gli aquisiti di beni e servizi dalla casa madre vengono conteggiati nelle spese quindi contribuiscono a ridurre l'imponibile da tassare e nel caso dell'IVA questa viene compensata con quella pagata nello Stato della casa madre ed eventualmente si versa solamente la differenza allo Stato Italiano.
In caso di azienda senza S.O. la casa madre commercializza direttamente sul mercato Italiano anche tramite altre aziende indipendenti limitandosi ad avere, per esempio, solamente un magazzino di stoccaggio sul territorio italiano (non considerata come S.O). In questo caso l'azienda italiana indipendente fa autofattura mettendola in carico al bilancio come spesa per acquisti.
Facciamo degli esempi:
- Una casa madre produce un bene e lo vende alla sua S.O in Italia ad un prezzo di € 10.000 + iva di
€ 2.000 (IVA al 20% del paese straniero residente della casa madre). La S.O. rivende il bene sul
mercato italiano a € 15.000 + iva al 22% (€ 3.300) e versa allo Stato italiano la differenza dell' IVA
pari a € 1.300 mentre le tasse le calcola su un imponibile di € 5.000 (15.00 - 10.000).
- Una casa madre che non ha una S.O. produce un bene e lo vende ad una azienda residente in Italia
ad un prezzo di € 10.000 + iva di € 2.000 (IVA al 20% del paese straniero residente della casa
madre). L'azienda fa una autofattura di € 12.000 e se la scarica in bilancio tra le spese di acquisto,
poi rivende il bene sul mercato italiano a € 15.000 + iva al 22% (€ 3.300) e versa allo Stato
italiano tutta l' IVA incassata pari a € 3.300 mentre le tasse le calcola su un imponibile di € 3.000
(15.00 - 12.000).
In ogni caso la casa madre residente all'estero ha commercializzato un bene nel mercato italiano
ricavandone un profitto ma in realtà pagherà sempre le tasse nel paese dove ha la sede.
Con questo sistema è logico che un'azienda costituisca la propria sede in uno Stato dove la tassazione
è bassa ed il costo del lavoro è più conveniente in quanto potrà vendere, poi, tranquillamente in un
altro mercato di un altro Stato membro europeo con tassazione e costo del lavoro più alto facendo
una concorrenza spietata alle aziende simili di quello stesso Stato. Vi lascio immaginare, invece, cosa
potrebbe accadere se un'azienda ha la propria sede in un paradiso fiscale.
altro mercato di un altro Stato membro europeo con tassazione e costo del lavoro più alto facendo
una concorrenza spietata alle aziende simili di quello stesso Stato. Vi lascio immaginare, invece, cosa
potrebbe accadere se un'azienda ha la propria sede in un paradiso fiscale.
Per ovviare a questo problema basterebbe solamente che la casa madre, che vende un bene o servizio in
un altro Stato con o senza S.O., paghi le tasse e l'IVA nello Stato in cui ha commercializzato il bene,
indipendentemente da dove ha la residenza della sede. E' ovvio che in prima battuta dovrà
predisporsi tipo una ritenuta d'acconto sul fatturato e poi, a presentazione del bilancio della casa
madre, dovranno rapportarsi gli utili e le spese generali sul totale venduto in tutti i mercati, dove
l'azienda opera, con il venduto in quel mercato specifico per determinare asattamente l'imponibile da
considerare per la tassazione a favore dello Stato dove si è commercializzato.
madre, dovranno rapportarsi gli utili e le spese generali sul totale venduto in tutti i mercati, dove
l'azienda opera, con il venduto in quel mercato specifico per determinare asattamente l'imponibile da
considerare per la tassazione a favore dello Stato dove si è commercializzato.
In questo modo anche aziende straniere che sfruttano il mercato italiano, per esempio,
contribuiscono ad alimentare le casse dello Stato e mi sembra abbastanza logico come
modo di operare e tassare ..... oltre che verrebbe meno la convenienza dei paradisi fiscali
che oggi sono utilizzatI per produrre, essenzialmente, fondi neri.
PERCHE' NON SI FA!!!!!!
che oggi sono utilizzatI per produrre, essenzialmente, fondi neri.
PERCHE' NON SI FA!!!!!!
Enea Giancaterino - attivista m5s
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